Corriere della Sera

Garanzie sui crediti e Bcc: la riforma delle banche

- Lorenzo Salvia

Slittano ancora le norme per i rimborsi ai risparmiat­ori che hanno perso i soldi investiti nelle obbligazio­ni subordinat­e delle quattro banche fallite: Etruria, Marche, CariFerrar­a e CariChieti. Il Consiglio dei ministri riunito ieri in tarda serata ha stralciato le norme dal decreto legge. Il decreto invece contiene la riforma delle Banche di credito cooperativ­o, il via libera alla garanzia pubblica sulle sofferenze bancarie, dopo l’ ok definitivo di Bruxelles, e anche le norme che accelerano il recupero dei crediti. Alla fine, sui rimborsi ai risparmiat­ori, ha prevalso il timore che il testo potesse essere stravolto in Parlamento.

Slittano ancora le norme per i rimborsi ai risparmiat­ori che hanno perso i soldi investiti nelle obbligazio­ni subordinat­e delle quattro banche fallite, Etruria, Marche, CariFerrar­a e CariChieti. Il capitolo è stato stralciato dal decreto legge discusso dal consiglio dei ministri ieri notte, che invece contiene la riforma delle Banche di credito cooperativ­o, il via libera alla garanzia pubblica sulle sofferenze bancarie, dopo l’ok definitivo di Bruxelles, e anche le norme che accelerano il recupero dei crediti.

Alla fine, sui rimborsi ai risparmiat­ori, ha prevalso il timore che il testo potesse essere stravolto in Parlamento. E che in ogni caso, prima di procedere con i rimborsi, si dovessero aspettare i 60 giorni previsti per la conversion­e in legge del decreto. Si procederà come previsto dalla Legge di Stabilità: e cioè con due provvedime­nti amministra­tivi, un decreto interminis­teriale e un dpcm, che non devono essere approvati dal Parlamento. Ma che hanno un’altra incognita, quella di poter essere impugnati davanti al Tar, il tribunale amministra­tivo regionale, bloccando il pagamento dei rimborsi. In ogni caso se ne riparlerà nei prossimi giorni.

A far discutere, in consiglio dei ministri, è stata soprattutt­o la riforma delle banche di credito cooperativ­o. L’obiettivo Verso una holding unica, il nodo delle riserve indivisibi­li del credito cooperativ­o dell’intervento è quello di favorire l’accorpamen­to di un sistema che oggi conta 371 istituti, sfruttando le economie di scale e creando un unico attore finanziari­o con le spalle larghe. A favorire questo processo sarà una holding con un capitale minimo di 800 milioni di euro. Le banche di credito cooperativ­o ne chiedevano una più alta, 1 miliardo di euro. Ma nel corso del consiglio dei ministri si è discusso anche di una soglia più bassa, che avrebbe consentito la creazione di più holding. Ipotesi scartata, alla fine. Mentre resta in piedi il meccanismo che consente alle singole banche di non entrare nella holding. Potranno uscire, trasforman­dosi in spa, portando con loro una quota delle cosiddette riserve indivisibi­li, accumulate negli anni grazie a una tassazione di vantaggio. E senza più l’obbligo, oggi previsto dalla legge, di devolverle integralme­nte ai fondi mutualisti­ci, che promuovono la cooperazio­ne. Un meccanismo caldeggiat­o da alcune piccole banche di credito cooperativ­o, soprattutt­o della Toscana, che potrebbero uscire per poi procedere a successivi accorpamen­ti fra loro. Un’ipotesi, quest’ultima. dello 0,7-0,8%.

Per l’indice annuale della produzione industrial­e quello del 2015 è comunque il primo rialzo registrato dal 2011. Lo sottolinea il ministero dell’Economia affermando che si tratta di una conferma della ripresa in atto: nel 2013 l’indice aveva segnalato un pesante arretramen­to, pari al 3,2% sul L’impianto Uno stabilimen­to per l’imbottigli­amento di alcolici nel Modenese che non viene vista di buon occhio dal mondo cooperativ­o, non solo bancario. Il decreto discusso ieri notte contiene anche il recepiment­o dell’accordo con Bruxelles sulla bad bank, con l’obiettivo di alleggerir­e le sofferenze del sistema bancario italiano, cioè i crediti difficili da recuperare che ammontano attualment­e a 201 miliardi di euro. Collegata a questa misura è anche la velocizzaz­ione delle cosiddette procedure concorsual­i, cioè i lunghi procedimen­ti giudiziari per il recupero dei crediti che spesso sono il vero motivo delle sofferenze bancarie. In attesa delle riforma del diritto fallimenta­re, viene sospesa per due anni l’imposta di registro sulle vendite all’asta.

lorenzosal­via 2012; nel 2014 la caduta aveva fatto segnare un rallentame­nto, con un calo dello 0,5%, e in un quadro ancora difficile l’anno si era chiuso con un segnale di migliorame­nto in dicembre». Lo stesso ministro Pier Carlo Padoan ha voluto dare una lettura ottimistic­a del dato Istat con un video postato su Twitter. Titolo: «Oltre le nuvole, l’Italia è tornata». «Il Paese sta uscendo dalla crisi grazie a una strategia complessiv­a; la politica di riforme e i tagli di tasse cominciano a dare frutti; la fiducia torna tra le famiglie e le imprese e sostiene crescita e occupazion­e; maggiore crescita e creazione di lavoro si rinforzano reciprocam­ente». Padoan conclude poi indicando che «il debito comincerà a scendere nel 2016 grazie a una crescita più forte e all’avanzo primario».

L’aumento della produzione «è dovuto soprattutt­o ad alcuni settori, in primo luogo quello della fabbricazi­one di mezzi di trasporto, che ha messo a segno un progresso del 16,8%», sottolinea il centro studi Promotor. E secondo i dati preliminar­i dell’Anfia la produzione domestica di autoveicol­i ha registrato un aumento del 45% superando il milione di unità. Non accadeva dal 2008.

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