Volano Trump e Sanders, Clinton insegue
Sconfitta in New Hampshire, Hillary punta sul voto dei neri. Si ritirano tra i repubblicani Christie e Fiorina
In New Hampshire vincono nettamente i candidati anti-sistema dei due partiti: Bernie Sanders, il senatore socialista eletto come indipendente in Vermont e candidato per le presidenziali coi democratici (più per convenienza che per convinzione), ha stroncato con un perentorio 60 per cento dei voti la presidenzialissima Hillary Clinton. L’ex first lady ha raccolto appena il 38 per cento in uno Stato che in passato era stato sempre fedele a lei (le regalò una squillante vittoria contro Obama nel 2008) e al marito Bill che proprio qui iniziò la sua scalata alla Casa Bianca.
Donald Trump, anche lui un repubblicano occasionale che il partito vive come una minaccia alla sua stessa sopravvivenza politico- ideologica, ha schiacciato facilmente i candidati dell’establishment, presentatisi ancora una volta litigiosi e in ordine sparso. Col suo 35 per cento il miliardario ha più che doppiato l’avversario diretto: non Marco Rubio o l’integralista evangelico Ted Cruz, come immaginavano gli analisti, ma il governatore dell’Ohio, John Kasich, che ha conquistato un sorprendente 16 per cento. Un premo per il suo impegno «a tappeto» nel piccolo Stato del New England, per il suo pragmatismo, ma anche per il fatto di essersi tenuto fuori dal polverone degli attacchi di Chris Christie — che ieri ha annunciato il ritiro dalla corsa, seguito a ruota da Carly Fiorina — e Jeb Bush contro Marco Rubio.
Sia pure con posizioni politiche e stili molto diversi, tutti e due i battistrada stanno schiantando le strutture dei rispettivi partiti, ma ora, nella lunga corsa delle primarie Usa, i loro sentieri sembrano divergere. A giorni si voterà in Nevada e South Carolina, poi ci sarà la raffica del Supermartedì,
Trionfo Donald Trump: con il 35% ha doppiato gli avversari il primo marzo, quando voteranno 13 Stati tutti insieme, compresi «pesi massimi» come il Texas e il Massachusetts. La Clinton è convinta di poter risorgere a partire dal South Carolina dove, a differenza di Iowa e New Hampshire, Stati essenzialmente bianchi, è forte la componente afroamericana, schierata per i tre quarti con la Clinton. Che ha un vantaggio (benché di soli 12 punti) anche sugli ispanici, quasi metà della popolazione del Nevada. Ma i sondaggi favorevoli a Hillary sono vecchiotti: capovolgimenti come quello avvenuto ieri non sono affatto da escludere e Sanders sta facendo di tutto (ieri ha incontrato il leader nero Al Sharpton) per allargare i consensi anche nelle minoranze etniche. Deve però remare controcorrente: ha vinto in New Hampshire e pareggiato in Iowa ma la conta dei delegati per ora dice 431 Clinton, 52 Sanders, perché il partito è con Hillary e ha fatto convergere su di lei tutti i «superdelegati» nominati da governatori e membri del Congresso.
Anche Trump deve vedersela con l’ostilità del suo partito, ma per ora avanza sicuro. I sondaggi del South Carolina gli attribuiscono il 36 per cento contro il 20 di Cruz, il 12 di Rubio e il 10 di Bush. Kasich rischia di precipitare al 2: per vincere punta sul Michigan a metà marzo. Ma allora ci sarà già stato il Supermartedì: se i repubblicani non scelgono un unico candidato da opporgli, Trump può prendere il largo.