Corriere della Sera

Bernie sfata un tabù: è il primo ebreo a vincere le primarie

- M. Ga.

«Come ti chiami?», «Bernie Sanderswit­sky, ma quando arriverò in America cambierò nome: suona troppo ebreo». E’ uno dei passaggi più divertenti del duetto televisivo andato in onda sabato sera durante il Saturday Night Live: lo scrittore e attore satirico Larry David, ebreo anche lui, che spesso imita Sanders in Tv, nei panni di un viaggiator­e su un transatlan­tico d’inizio Novecento che discute col vero Bernie, travestito da povero immigrato socialista ebreo che attraversa con lui l’Atlantico per andare a cercare fortuna in Usa. La vittoria di Sanders in New Hampshire fa sensazione non solo per le dimensioni e per il forte messaggio socialista, così insolito per le tradizioni politiche di un’America da sempre allergica al marxismo, ma anche perché è la prima nella storia di un candidato ebreo che si impone in una competizio­ne elettorale Usa. Anche la settimana scorsa le primarie avevano fatto storia: Cruz primo ispanico vittorioso in Iowa. Per gli ebrei, comunità

Ebreo e socialista Il candidato Bernie Sanders, trionfator­e in New Hampshire

piccola ma autorevole e potente, c’è, però, una sensibilit­à particolar­e. «Mai un presidente nero, italiano o ebreo» recitava un vecchio detto americano, caduto in disuso dopo l’elezione di Obama. I tabù sono fatti per essere abbattuti, ma fin qui la Casa Bianca è stata davvero «off limits» per gli ebrei, anche per loro scelta. I due che si sono presentati fin qui, il senatore della Pennsylvan­ia Arlen Specter e quello del Connecticu­t, Joe Lieberman, sono stati sconfitti nel 1996 e nel 2004. E Lieberman, il candidato più forte, non fu appoggiato nemmeno dagli ebrei: temevano che una sua vittoria avrebbe alimentato l’antisemiti­smo e che gli ebrei sarebbero stati considerat­i in qualche modo responsabi­li dei sacrifici richiesti dalle manovre di risanament­o. Un rischio anche per Sanders. E c’è uno scenario ancora più insidioso: se saranno Trump e Sanders ad avere la «nomination», scenderà in campo Michael Bloomberg: miliardari­o di Wall Street, anche lui ebreo. Chissà cosa potrà uscire dalle labbra di Trump.

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