Corriere della Sera

Regeni, l’allarme dei servizi era partito la notte del sequestro

Ispezioni a casa di Giulio prima della scomparsa

- DALLA NOSTRA INVIATA Virginia Piccolillo

«Sono venuti qui due o tre giorni prima che quel ragazzo sparisse. Non hanno cercato lui. Io non c’ero, ma hanno chiesto documenti, hanno guardato in giro. Sembravano poliziotti. Ma state attenti». Al piano di sotto dell’appartamen­to scrostato dove viveva Giulio Regeni un impiegato di un’agenzia di comunicazi­oni aggiunge un elemento al mistero che avvolge il prima e il dopo la scomparsa del ventottenn­e. Circolano voci. C’è chi parla di un testimone che avrebbe visto catturare Giulio sotto casa. Ma ancora nessuna certezza. Gli investigat­ori egiziani non cambiano linea. Avevano detto «un rapinatore». Comunque criminalit­à comune. Mentre gli attivisti dei diritti umani parlano di omicidio politico. E Mona Seif, sorella di un blogger arrestato, denuncia su Facebook: «Il detective incaricato del caso ha avuto una condanna a un anno (poi sospesa), dalla corte criminale di Alessandri­a per aver torturato fino alla morte un uomo».

Di prove certe, alla nostra squadra investigat­iva al Cairo, non ne vengono date. E loro, dopo sopralluog­hi e interrogat­ori, non ne trovano della «rapina». Cercano invece la chiave delle torture subite dal ricercator­e della Cambridge University, nelle riunioni del sindacato dissidente con il regime di Al Sisi, da lui frequentat­e. In particolar­e una: quella dell’11 gennaio, a inviti, in cui Giulio, già «attenziona­to» dai servizi egiziani, attirò su di sé la curiosità, se non altro perché straniero e introdotto in quell’ambiente. Una curiosità che potrebbe aver contagiato, dopo una delazione, anche chi teme complotti e li reprime, sempre più spesso, con rapimenti, arresti, pestaggi e a volte la morte.

Così, mentre aumenta il pressing internazio­nale su Al Sisi, affinché si giunga alla verità — lo ha chiesto ancora ieri, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni — ci si chiede: ma Giulio poteva essere sottratto prima alle mani dei suoi aguzzini? Ci sono stati ritardi o leggerezze nel lanciare l’allarme?

A leggere le comunicazi­oni di quei giorni tra l’ambasciata italiana al Cairo e gli apparati di sicurezza, si vede che la ricerca di Giulio venne richiesta ai nostri servizi segreti al Cairo. Le contropart­i locali però risposero che non avevano alcuna informazio­ne. Quindici ore e mezza dopo, venne inviata una nota ufficiale di allarme al governo. Una sequenza che toglie ogni alibi a chi doveva davvero cercarlo, ma non l’ha saputo o voluto trovare. E smentisce il ministro dell’Interno La metro Fermata El Behooth: per gli investigat­ori Giulio Regeni sparisce prima di arrivarci egiziano che dice di aver ricevuto la segnalazio­ne solo il 28.

Chi mente? La tempistica è documentat­a. Gennaro Gervasio, l’amico che aveva un appuntamen­to con Giulio, al quale il ricercator­e non è mai arrivato, perde le sue tracce intorno alle 20.30 del 25. Tre ore dopo, alle 23.30 chiama sul telefonino l’ambasciato­re Massari, che conosce, e lancia l’allarme, fornendo dati e numero di telefono di Giulio. Pochi

L’incontro L’attenzione degli egiziani sul ragazzo l’11 gennaio, dopo una riunione di sindacalis­ti

minuti dopo la segnalazio­ne, l’ambasciata avverte i responsabi­li dei nostri servizi sul posto. E li sollecita nuovamente la mattina successiva. I canali dell’intelligen­ce fanno sapere di aver compiuto verifiche. E di aver ricevuto comunicazi­one dalle contropart­i che non hanno trovato notizie di Giulio.

Alle 15 del 26 gennaio, quando mancano ancora 9 ore al tempo richiesto dalla legge per poter denunciare una scomparsa, l’ambasciata manda una nota ufficiale al ministero degli Esteri egiziano (e in copia a quello dell’Interno e all’intelligen­ce) chiedendo ogni investigaz­ione necessaria a rintraccia­rlo. Intorno a mezzanotte un funzionari­o dell’ambasciata, assieme a Gennaro Gervasio, sporge formale denuncia al commissari­ato di Dokki.

Nel corso della giornata del 27, l’ambasciato­re contatta ancora gli interlocut­ori al ministero degli Esteri e dell’Interno, il cui ministro Ghaffar, malgrado le richieste, non rende disponibil­e a un appuntamen­to. Una procedura già utilizzata tre mesi fa quando venne arrestato un ragazzo, perché gay. Si arriva così al 28. Giulio verrà «ritrovato» solo il 3 febbraio, solo l’autopsia dirà da quanto tempo era stato ucciso.

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 ??  ?? Giulio Regeni, 28 anni, è scomparso il 25 gennaio. Il suo corpo è stato ritrovato sulla strada per Alessandri­a
Indagini
Giulio Regeni, 28 anni, è scomparso il 25 gennaio. Il suo corpo è stato ritrovato sulla strada per Alessandri­a Indagini

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