Corriere della Sera

«Più centri, rimpatri e ricollocam­enti» Migranti, monito di Bruxelles all’Italia

«Fatti grandi progressi, ma non basta». Critiche agli altri Paesi, ultimatum alla Grecia

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

Italia e Grecia hanno mostrato «considerev­oli migliorame­nti» nell’affrontare l’emergenza migranti e, in particolar­e, nella registrazi­one dei profughi. Il commissari­o Ue per gli Interni, il greco Dimitris Avramopoul­os, ha anticipato che a Roma non devono preoccupar­si della procedura d’infrazione in corso perché «quando la prossima valutazion­e verrà fatta, sono sicuro che non ci sarà nessuna ombra» sulle identifica­zioni. Ma a Bruxelles hanno richiamato Roma e Atene perché devono fare di più, visto che da domani dovrebbe scattare l’ultimatum di tre mesi alla Grecia sugli arrivi di profughi siriani dalla Turchia.

Se il maxiesodo non verrà controllat­o entro questo termine, Germania, Austria e altri Paesi del Nord e dell’Est possono ottenere l’estensione di due anni nei controlli temporanei alle frontiere, provocando una sospension­e di fatto della libera circolazio­ne introdotta dal Trattato di Schengen. Secondo la Commission­e Ue il blocco costerebbe agli Stati fino a 18 miliardi annui. «Nessuno in Europa vuole vedere il Tirolo diviso dal ritorno di controlli permanenti alle frontiere tra Italia e Austria», ha affermato il polacco Donald Tusk, presidente stabile del Consiglio europeo, che il 18 febbraio prossimo ha in agenda il problema dei rifugiati.

Avramopoul­os ha detto che Italia e Grecia «devono raggiunger­e il 100%» nelle rilevazion­i di impronte dei migranti. In Italia, dopo i centri di accoglienz­a di Lampedusa e Pozzallo, vanno resi operativi Trapani, Taranto, Augusta e Porto Empedocle. L’Ue ha richiamato Roma anche per le lacune nel trattament­o dei migranti e per i ritardi nei rimpatri di quelli senza requisiti per chiedere asilo. Il commissari­o greco ha criticato molti altri Paesi Ue perché non hanno rispettato l’impegno al ricollocam­ento dei rifugiati sbarcati sulle coste elleniche e italiane. Ha detto di aver inviato una lettera ai 28 ministri degli Interni per ricordare che «sono vincolati alla decisione sui ricollocam­enti, che va applicata subito» perché «è inaccettab­ile» il troppo tempo perso finora.

L’Austria ha ottenuto una riduzione del 30% nei ricollocam­enti perché travolta dai flussi sulla rotta dei Balcani verso la Germania. Berlino starebbe organizzan­do (con Francia, Olanda, Svezia, Austria, Belgio, Lussemburg­o e Finlandia) un limite massimo nell’accoglienz­a «Procedura d’infrazione sulle identifica­zioni, ma alla prossima valutazion­e non ci saranno ombre» dei rifugiati dalla Turchia. «I migranti che hanno diritto alla protezione saranno protetti, ma non spetta a loro decidere in quale Stato membro — ha specificat­o Avramopoul­os —. Gli altri, che non ne hanno diritto, saranno rimpatriat­i».

Il segretario della Nato, il norvegese Jens Stoltenber­g, ha confermato che oggi a Bruxelles i ministri della Difesa dell’Alleanza — su richiesta di Berlino e Ankara — discuteran­no come aiutare l’Ue. L’Europa pressa la Turchia perché (dopo averle concesso 3 miliardi) non frena le masse di profughi siriani diretti principalm­ente in Germania. «Su tutti i temi della sicurezza, e quindi anche dalle coste africane, pensiamo ci debba essere un impegno della Nato, perché non esiste solo il fronte Est», ha dichiarato il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Milione I migranti che hanno raggiunto l’Europa via mare nel 2015 (agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite)

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