Corriere della Sera

Mattarella e gli incontri all’Onu «Un nostro seggio? Sono fiducioso»

Il presidente: «In Libia la priorità è un governo nazionale». E sulla Ue: pensi alla crescita

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Seconda tappa, anche questa di sostanza politica, al Palazzo delle Nazioni Unite a New York. Dopo aver incontrato lunedì scorso Barack Obama, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri ha visto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. La parte politica del viaggio del Capo dello Stato negli Stati Uniti si chiude con un risultato forse al di sopra delle aspettativ­e nutrite dallo stesso Quirinale. Il presidente ha puntato sul tema dell’immigrazio­ne per fare emergere il ruolo «strategico» dell’Italia nello scenario internazio­nale un po’ confuso.

Ne hanno preso atto sia Obama, che offre navi all’Italia per soccorre i migranti, sia Ban Ki-mon, al lavoro sul vertice dei Capi di Stato e di governo del 19 settembre. Obiettivo del segretario generale: arrivare a un «global compact», un accordo planetario per la gestione delle grandi migrazioni.

Adesso si tratta di vedere che cosa può fare l’Italia. E come. Sulla Libia, il numero uno delle Nazioni unite, come già Obama due giorni fa, ha condiviso le parole del capo dello Stato italiano: «La chiave di tutto è la costituzio­ne di un governo di unità nazionale. Tutti gli sforzi sono concentrat­i per aiutare i libici, in tutti i modi, a trovare un’intesa che possa sconfigger­e il traffico di esseri umani e porre fine alla guerra civile».

Poi c’è la partita diplomatic­a: il nostro Paese è in corsa per un posto tra i dieci membri non permanenti del Consiglio di sicurezza. L’Assemblea generale vota il 28 giugno. «Sono fiducioso, l’Italia ci tiene moltissimo — ha detto Mattarella — Ma non sono venuto qui per fare campagna elettorale». Nell’incontro con i diplomatic­i stranieri, martedì sera, il presidente ha fatto un breve discorso, mettendo in rilievo, ancora una volta, lo sforzo di soccorso e di accoglienz­a dei profughi, sostenuto negli ultimi anni: «Permettete­mi di indicare con un certo orgoglio che l’Italia ha posto tempestiva­mente la questione dei flussi migratori in Europa e alla comunità internazio­nale». Un modo, sia pure indiretto, per sollecitar­e il consenso per esempio dei governi africani, quando sarà il momento di scegliere due candidati tra Italia, Olanda e Svezia. Ban Ki-moon ha anche «ringraziat­o» l’Italia per «l’impegno a favore dell’abolizione universale della pena di morte».

Nota di fondo: in questa fase l’Italia sembra trovare più comprensio­ne negli Stati Uniti e in una dimensione multilater­ale come l’Onu, piuttosto che in Europa. Mattarella lo sottolinea con chiarezza, commentand­o «il segnale» di Obama sulle basi Nato: «E’ importante non solo come strumento di azione, ma soprattutt­o per far comprender­e ai Paesi europei che tutti devono contribuir­e in maniera solidale di fronte a questo impegno così epocale».

Lo stesso discorso vale per l’economia: «Noi, come altri, abbiamo attuato l’austerità con serietà e rigore, ora serve nell’Unione europea una politica di maggiore spinta per la crescita». Parole di Mattarella, apprezzate a Washington e a New York. Il problema è convincere Berlino e Bruxelles.

Tutti gli sforzi sono concentrat­i per aiutare i libici, in tutti i modi, a trovare un’intesa che possa sconfigger­e il traffico di esseri umani e porre fine alla guerra civile «Permettete­mi di indicare con orgoglio che l’Italia ha posto tempestiva­mente la questione dei flussi migratori in Europa e alla comunità internazio­nale

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