Corriere della Sera

Fabius lascia (Royal in lizza) Esecutivo francese verso il rimpasto

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

Ha concluso la sua carriera di governo con il successo della COP21 e l’accordo sul clima, annunciato tra le lacrime il 12 dicembre. Come previsto e atteso ormai da giorni, ieri il 69enne ministro degli Esteri francese Laurent Fabius si è dimesso, andrà a presiedere il Consiglio costituzio­nale. La sua partenza è il primo passo in vista di un rimpasto ministeria­le giudicato imminente. Laurent Fabius è stato — a 37 anni — «il primo ministro più giovane di Francia» dal 1984 al 1986, secondo la formula che lo ha marcato per il resto della sua carriera, durante il primo mandato del presidente François Mitterrand. «Erano i tempi di Breznev e Reagan», sottolinea­vano i detrattori quando nel 2012 è tornato in prima linea conquistan­do il Quai d’Orsay dopo la vittoria di Hollande alle presidenzi­ali. Peso massimo del partito socialista, Laurent Fabius è stato ministro dell’Economia nel governo Jospin, presidente dell’Assemblea nazionale e ha ricoperto tutti i ruoli più importanti della politica francese, tranne la presidenza della Repubblica. Durante la sua lunga carriera ha avuto due momenti di difficoltà: il coinvolgim­ento nello scandalo del sangue infetto — ma nel 1999 è stato prosciolto da ogni accusa — e la controvers­a posizione sul referendum del 2005 sulla Costituzio­ne europea. Fabius invitò a votare no, rimanendo poi per qualche tempo ai margini del partito. Il bilancio da ministro degli Esteri vede alcuni successi, come la conferenza sul clima COP21 che lui ha presieduto e per la quale ha speso molte energie, e l’accordo sul nucleare iraniano. Meno fortuna ha avuto la posizione intransige­nte contro il dittatore siriano Bashar Al Assad, che Fabius ha definito più volte «assassino» aggiungend­o «non merita di stare a questo mondo». La linea di Fabius nel conflitto siriano è stata quella di fissare come priorità assoluta la fine di Bashar, ma gli Stati Uniti non lo hanno seguito e nell’agosto 2013 all’ultimo istante si sono rifiutati di bombardare le truppe del dittatore quando ormai i caccia francesi erano in volo. Il risultato è che Fabius è rimasto isolato, e Bashar è ancora al potere, aiutato dagli alleati russi. Come possibili successori di Fabius si fanno i nomi di Ségolène Royal, che ha saputo svolgere un ruolo importante durante la COP 21, oppure Jean-Marc Ayrault, che è stato il primo premier di Hollande ma nel marzo di due anni fa ha dovuto cedere la poltrona di Matignon a Manuel Valls.

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