Corriere della Sera

Il Tar decide sui ricorsi contro la riforma delle popolari

- S. Bo.

Il responso del Tar del Lazio è atteso entro una settimana. Il tribunale amministra­tivo è stato chiamato a esprimersi sui ricorsi presentati contro il decreto che ha stabilito la trasformaz­ione delle banche popolari con oltre 8 miliardi di attivi in spa. I ricorsi sono tre. Uno, che vede come primo firmatario Marco Vitale, economista d’impresa ed ex vicepresid­ente Bpm, è stato presentato da un gruppo di soci di Bpm, Banco Popolare, Veneto Banca, Ubi Banca e Popolare di Sondrio. Un secondo ricorso vede la firma di Adusbef insieme a Federconsu­matori e dodici azionisti Bpm. Il terzo è invece stato promosso dal consiglier­e di sorveglian­za di Bpm, Piero Lonardi. L’udienza pubblica di ieri (la decisione era stata rinviata nel merito lo scorso 7 ottobre) è durata circa un’ora e si è conclusa nel primo pomeriggio. Il giudice potrebbe rigettare il ricorso, sollevare la questione di legittimit­à alla Corte costituzio­nale o anche, insieme a questo, annullare le disposizio­ni di Bankitalia necessarie alla de mutua lizza zio ne. Secondo Vitale «il decreto attacca alla radice il “genus” delle banche Popolari, ponendo un tetto alla loro crescita, alla faccia dell’articolo 41 della Costituzio­ne e, intaccando il principio del voto capitario, attacca l’essenza del credito cooperativ­o come alternativ­a al sistema capitalist­ico puro. Il decreto comunque vìola anche parecchi altri articoli della Costituzio­ne». I ricorrenti chiedono in via principale al Tar di rimettere la causa davanti alla Corte Costituzio­nale perché non sussisteva­no i requisiti di necessità e urgenza tali da giustifica­re l’utilizzo del decreto legge per varare la riforma.

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