Corriere della Sera

Inter, 3ª per forza per evitare il sacrificio dei big Moratti: «Resto»

- Guido De Carolis

L’obiettivo è sempre stato il terzo posto. L’Inter non ne può fare a meno, dopo un anno senza coppe e un bilancio certificat­o che parla di una perdita di 77 milioni. Il club deve assolutame­nte centrare la qualificaz­ione in Champions, seppure entrando dalla porta di servizio, quella offerta dal terzo posto che garantisce i preliminar­i. È vitale per poter agganciare la ripresa e far lievitare non solo gli introiti, ma pure il potenziale tecnico.

Il presidente Erick Thohir arriverà sabato a Milano e, dopo lo scontro al Franchi con la Fiorentina che potrebbe decidere molto sul piano sportivo, resterà per due settimane in Italia. In agenda il cda, la questione sponsor (il rinnovo con Pirelli è vicino per il prossimo triennio) e pure il tema delle quote societarie. L’ex patron Massimo Moratti, che ancor detiene il 29,5% delle azioni nerazzurre, ha raffreddat­o l’ipotesi di una sua uscita a breve. «Non ho nessuna intenzione di cedere le quote, anche se non avrei nessun problema a farlo. C’era un accordo che prevedeva un mio potenziale disimpegno tre anni dopo la ratifica dell’acquisto da parte di Thohir (avvenuta il 15 novembre 2013, ndr). Se volessi potrei cedere le mie quote ma sto bene così. Resta tutto nelle mie volontà, non si è mai parlato di obbligo».

Fino a novembre non si muoverà foglia, ma è chiaro che il futuro dell’Inter (di sviluppo o austerity, a seconda) dipende dai 50 milioni garantiti dall’Uefa per la partecipaz­ione alla Champions che si trascinano dietro altri 15 di milioni tra incassi e sponsor. Senza quel tesoretto la campagna acquisti estiva prevederà il sacrificio di almeno un big e l’indiziato numero uno è Icardi. Mancini ha un contratto fino a giugno 2017. Non è detto resti, ma senza la Champions la permanenza sarebbe difficilis­sima.

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