«Unioni civili con il voto segreto» Ma il governo contesta Bagnasco
Il sottosegretario pd Scalfarotto: rispetti le istituzioni. In Aula alta tensione sul ddl Cirinnà Gasparri al senatore gay Lo Giudice: quanto hai pagato tuo figlio? E lui: non ti permettere
Sulle unioni civili il voto finale sarà martedì e l’atmosfera si surriscalda. Ieri il presidente dei vescovi Bagnasco ha detto che la Chiesa «si aspetta una votazione a scrutinio segreto». Un implicito messaggio al presidente Grasso. Governo e Pd critici: il legislatore fa le leggi, la Chiesa ha un altro mestiere.
Il voto per la legge sulle unioni civili è imminente — martedì prossimo — e l’atmosfera si surriscalda sempre più, dentro e fuori Palazzo Madama. Prima del voto c’è ancora da sciogliere il nodo degli emendamenti, anche se ormai è sicuro che sarà votato per primo quello del senatore del Pd Andrea Marcucci, il «supercanguro» che taglierà via la maggior parte dei seimila emendamenti presentati.
Ieri è stato il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a scatenare polemiche, intervenendo nel dibattito parlamentare: «Ci auguriamo che in Parlamento tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza sui temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto». Un implicito messaggio al presidente Pietro Grasso cui spettano le prossime scelte sulla modalità di voto.
L’intervento dell’arcivescovo di Genova ha suscitato subito le reazioni del governo. Per primo Luciano Pizzetti, sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, del Pd: «Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito in Senato lo decide il presidente del Senato, non il presidente della Cei». Analoga la reazione di un altro sottosegretario del Pd, alle Riforme, Ivan Scalfarotto: «Le autorità religiose dovrebbero rispettare di più il ruolo delle istituzioni. La Chiesa ha tutto il diritto di fare il suo mestiere, ma non deve dimenticare che il legislatore fa leggi per tutte le religioni e anche per chi non professa alcuna religione».
Anche Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, non ha esitato a replicare a Bagnasco: «Chiedo rispetto delle istituzioni della Repubblica italiana perché abbiamo regole di funzionamento e sedi per prendere tutte decisioni che servono. Non è sulla stessa linea Ernesto Preziosi, deputato cattolico del Pd, che ha chiesto (con altri 40 deputati) lo stralcio della stepchild adoption: in una nota dà ragione al cardinal Bagnasco, materializzando così il conflitto che si sta consumando in queste ore nel Pd.
Sono una trentina i senatori cattolici del Pd che da subito hanno dato battaglia sull’articolo 5 della legge sulle unioni civili, ovvero la possibilità di adottare il figlio biologico del compagno, e per questo hanno presentato un emendamento che trasforma l’adozione in affido rafforzato, che però verrà tagliato via dal «supercanguro». La stepchild adoption preoccupa anche il presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano fautore di una mediazione: «Mi auguro che in questa fase finale del confronto in Senato sia ancora possibile un avvicinamento tra le varie posizioni, in particolare sull’articolo 5».
La tensione è alta e ieri in Aula si è respirata brutta aria: un battibecco a distanza fra i senatori Maurizio Gasparri (FI) e Sergio Lo Giudice (Pd). Gasparri accusava Lo Giudice — dichiaratamente omosessuale — di aver comprato all’estero il suo bambino, dicendo: «Stiamo facendo tutta questa legge, in particolare l’articolo 5 perché serve a Lo Giudice. Ci dica quanto hanno pagato il bambino». Questi ha replicato: «Non ti permettere».
Il senatore Giovanardi ha chiesto ai commessi di allontanare dal pubblico due uomini che provocatoriamente si sarebbero baciati. Gli interessati hanno negato il gesto.