Corriere della Sera

Lo strappo che spiazza il Pd

- Di Massimo Franco

Vaderetro, voto palese. Sulle unioni civili, il cardinale Bagnasco è entrato a gamba tesa contro il presidente del Senato Pietro Grasso.

Le parole dure usate ieri dal capo della Cei sono uno strappo rispetto alla cautela mantenuta finora. E estremizza­no uno scontro sul quale si scaricano pressioni esterne crescenti: al punto che non è chiaro quanto sull’esito della legge Cirinnà peseranno i contrasti tra partiti; e quanto la tensione tra alcuni vescovi. Sotto accusa è la decisione di Grasso di rifiutare il voto segreto alle opposizion­i in materia di unioni civili. Ma, ingerenza o no, Bagnasco è entrato come il burro nelle debolezze del Pd, rivelandon­e la profondità. L’unica certezza, per ora, è il rinvio del voto a martedì prossimo. Si capirà allora se le gerarchie cattoliche hanno piegato il governo: basterà vedere se il premier Matteo Renzi farà ritirare il testo che farebbe decadere tutti gli emendament­i leghisti; o se lo confermerà. Si vedrà. Fino a ieri, non si escludeva una soluzione di mediazione, senza le adozioni di bambini da parte delle coppie omosessual­i. L’impression­e è che, così com’é, la legge piaccia sempre meno. Non solo a pezzi di Pd. Il M5S anticipa il «sì» «anche senza l’adozione», evocando una manovra trasversal­e. A forzare la mano sembrano le forze in minoranza in Parlamento: Lega, FI, Ncd. Soprattutt­o le prime due accusano Renzi di alzare i toni per ricompatta­re il Pd; ma non fanno nulla per facilitare un’intesa, anzi. È come se sapessero che la minaccia di usare l’arma del voto palese fosse a doppio taglio. In effetti, Palazzo Chigi è sulla difensiva. Lancia avvertimen­ti, e insieme offre compromess­i. Solo che gli avversari appaiono decisi a scoprire il presunto «bluff» renziano. Bagnasco radicalizz­a questa dialettica. Si augura un dibattito «ampiamente democratic­o» in cui «tutti possano esprimersi»; e in cui la libertà di coscienza «su temi fondamenta­li sia non solo rispettata ma promossa con una votazione a scrutinio segreto». L’accusa di ingerenza è in agguato. L’«augurio» cardinaliz­io contiene un attacco a Palazzo Chigi e alla seconda carica dello Stato. Ma il Pd reagisce diviso, scoprendo crepe diffuse. Il leghista Roberto Calderoli scolpisce, ispirato, che «in Senato il comportame­nto di Grasso lo giudica Renzi. Ma un giorno ci sarà un Giudizio con la G maiuscola...». Insomma, il finale sulle unioni civili diventa più aspro e intrigante. Misurerà i rapporti tra vescovi e Parlamento italiano. E chissà, magari si scoprirà che serve a ricalibrar­e anche le relazioni tra Cei e papa Francesco.

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