Corriere della Sera

Wells, Star Trek & Interstell­ar Così sognavamo

- Di Tullio Avoledo

La fantascien­za, ma anche il cartone animato Futurama e telefilm come Star Trek, ci hanno ormai reso familiari le applicazio­ni pratiche (si fa per dire) delle onde gravitazio­nali, come i viaggi nel tempo o il teletraspo­rto, che un inventore americano ha addirittur­a brevettato nel 2006, descrivend­olo così: «Generatore di onde gravitazio­nali ad impulsi che teletraspo­rta un essere umano attraverso l’iperspazio». Facile a dirsi, un po’ meno a realizzars­i, dato che servirebbe­ro attrezzatu­re come un wormhole e due obelischi di granito sovrastati da guide d’onda toroidali: non esattament­e il tipo di oggetti che si trovano all’Ikea. Le onde gravitazio­nali sono una specie di coltellino svizzero della fisica. Servono a fare un po’ di tutto. Per la fantascien­za sono una vecchia conoscenza. Dalla pubblicazi­one del romanzo di Herbert G. Wells «La macchina del tempo» nel 1895, le loro possibili applicazio­ni hanno ispirato autori come Ray Bradbury, Poul Anderson, Fritz Leiber, Wilson Tucker e Robert Heinlein, il cui racconto del 1959 «Tutti voi zombie» rappresent­a la summa (e per certi aspetti il kamasutra) dei paradossi temporali. Il romanzo che descrive meglio il possibile impatto della scoperta delle onde gravitazio­nali sulla società rimane comunque tuttora «Ringworld» di Larry Niven, del 1970. Nel suo primo capitolo il protagonis­ta Louis Wu, entrando e uscendo da «cabine transfert», passa istantanea­mente da un capo all’altro del mondo per festeggiar­e con gli amici il suo duecentesi­mo compleanno (non senza riflettere su come il teletraspo­rto abbia omogeneizz­ato le città e le persone del futuro, tanto da renderle indistingu­ibili l’una dall’altra: «La differenza tra Mosca e Sidney consisteva in un attimo di tempo e in una moneta da dieci stelle»). Grazie alle onde gravitazio­nali si può, teoricamen­te, viaggiare all’istante tra punti distantiss­imi dell’universo («Interstell­ar» di Christophe­r Nolan insegna tutto ciò che c’è da sapere sull’argomento, anche perché il consulente scientific­o di quel film era Kip Thorne, un fisico del California Institute of Technology di Pasadena), così come muoversi nel tempo o esplorare universi paralleli. Certo, le ricette sulla carta sono semplici ma ancora piuttosto difficili da realizzare, dato che cominciano con istruzioni tipo «fate collassare una stella». Ma è solo questione di tempo. L’unica cosa certa, purtroppo, è che come a Louis Wu anche a noi il teletraspo­rto, come tutte le meraviglie tecnologic­he, passato l’entusiasmo iniziale finirà per sembrarci normale, per poi diventare, magari, persino noioso.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy