Mattarella negli Usa promuove le riforme
«Con il nuovo Senato decisioni più veloci». Alla Columbia difende il Parlamento: indagati? Sono eccezioni
Le riforme costituzionali «servono a decidere con più velocità, ad arrivare prima sui problemi e non dopo, quando è più difficile affrontarli». Rispondendo a uno studente della Columbia University di New York, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si espone in modo netto sulla trasformazione del Senato, su cui gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi nel referendum di ottobre.
Il capo dello Stato si è presentato ieri alle 11 (le 17 in Italia) nell’aula solenne, la Rotunda, di una delle università americane più prestigiose. Ha prima letto un discorso e poi risposto a qualche domanda. Ne è venuto fuori un intervento di grande sostanza politica.
«Dopo anni di dibattito — ha detto il capo dello Stato — il Parlamento sta per approvare un’importante riforma della Costituzione che trasforma il ruolo del Senato da seconda Camera politica, con le medesime attribuzioni della Camera dei deputati, in Assemblea rappresentativa delle Regioni e dei poteri locali».
Mattarella ha citato anche «altri importanti provvedimenti», su mercato del lavoro, scuola, pubblica amministrazione, fisco, previdenza e giustizia («in parte realizzati e in parte in corso»). Poi ha messo in relazione il pacchetto di riforme con la ripresa economica: «Si tratta di prassi che stanno consentendo un significativo recupero di efficienza e di competitività per il nostro Paese, la cui economia, non a caso è tornata a crescere nel 2015 e, secondo le previsioni più attendibili, consoliderà questa dinamica positiva nel 2016».
Il capo dello Stato difende anche la piena legittimità del Parlamento, sempre replicando a uno studente: «Non mi risulta che sia pieno di indagati. Ce ne sono alcuni, ma la grande maggioranza non lo è. Inoltre, io facevo parte della Corte costituzionale, quando la legge elettorale fu dichiarata non conforme alla Carta fondamentale. Ma quella nostra decisione ha valore per il futuro». L’Italia può rivendicare un ruolo importante nel contesto europeo e mondiale. Ora l’emergenza numero è l’immigrazione. Un fenomeno che «Possono costituire una preziosa risorsa per Paesi ad alto tasso di invecchiamento» La sollecitazione ai Paesi europei affinché «diano prova di una leadership condivisa» sta mettendo a dura prova la coesione dell’Europa più di quanto sia successo con la crisi dell’euro.
Il presidente sollecita i governi europei a dare prova «di leadership» condivisa, intelligente e comprensiva nei confronti di chi «fugge dalla guerra o dalla fame». Le chiusure delle frontiere, i muri «per deviare il traffico» non risolveranno il problema. Poi, parlando a braccio, Mattarella è stato ancora più esplicito: «L’Europa ha la possibilità di assorbire i profughi con una gestione saggia. Basta vedere quello che hanno fatto negli anni gli Stati Uniti o quello che stanno facendo Paesi come il Libano. I leader europei probabilmente erano impreparati a un afflusso così subitaneo. Ma i migranti possono costituire una risorsa preziosa per Paesi come l’Italia, ad alto tasso di invecchiamento».
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