Corriere della Sera

La salma a Fiumicello e la preghiera della famiglia in chiesa

- Di Andrea Pasqualett­o Virginia Piccolillo

Una folla di persone ha accolto ieri sera la salma di Giulio Regeni a Fiumicello. Luci accese, rintocchi di campane e il feretro del giovane ricercator­e portato nella chiesetta di San Lorenzo, a un chilometro dal paese. E lì si sono raccolti i genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, parenti e amici stretti. Una cinquantin­a di persone per un momento di preghiera in forma privata, una sorta di camera ardente in attesa della cerimonia funebre pubblica di oggi. Cerimonia per la quale sono attese seimila persone nella palestra di Fiumicello. Con il parroco, don Luigi Fontanot, a concelebra­re il funerale ci sarà il frate copto che aveva benedetto al Cairo la salma di Giulio. «I genitori tenevano molto alla sua presenza», ha spiegato l’assessore alla cultura Bruno Lasca. L’intero paese si è mobilitato per accogliere gli amici di Giulio. Trenta famiglie hanno aperto le porte delle loro case a cinquanta ragazzi. «Ma c’era la coda di gente che offriva un posto da dormire», ha sorriso il sindaco, Ennio Scridel. Le autorità sono state invitate a partecipar­e in forma privata, senza simboli politici, vessilli, bandiere e fasce tricolori. Saranno presenti i rappresent­anti di tutte le anime religiose. Oltre a quella cattolica, anche le comunità musulmana, ebrea e greco ortodossa. Hanno preannunci­ato l’arrivo il governator­e Debora Serracchia­ni e Pier Ferdinando Casini. Ascoltato anche il tassista egiziano che avrebbe ritrovato il corpo «casualment­e»

assemblea dell’11 dicembre. Nulla che potesse, da solo, bastare a scatenare ritorsioni pesanti. E non sfugge agli investigat­ori anche un elemento importante. La giornata in cui è sparito Giulio era il 25 gennaio, giornata in cui è imposto il coprifuoco, con una legge ad hoc che prevede non solo il divieto di manifestar­e, ma persino, se si è nelle vicinanze della piazza dove lui e Gennaro avevano l’appuntamen­to, di parlare in più di tre. Giornata nella quale, drammatica­mente, gli abitanti del Cairo si sono abituati a rastrellam­enti e arresti. Quindi, paradossal­mente, perfetta per catturare qualcuno senza dare troppo nell’occhio. Intanto il feretro è arrivato a Fiumicello. E oggi i suoi familiari sperano di poterlo piangere finalmente a riflettori spenti.

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