La vicenda
Giulio Regeni, 28 anni, ricercatore della Cambridge University, sparisce nel tardo pomeriggio del 25 gennaio al Cairo e viene sottoposto a torture
Nove giorni dopo, il 3 febbraio, il suo corpo viene trovato vicino a un guardrail della strada che costeggia il quartiere 6 Ottobre
Dettagli concreti
Una nuova autopsia effettuata dopo il rientro in Italia della salma afferma che Regeni è morto per una frattura cervicale. Inoltre emerge come gli siano state strappate le unghie delle mani e dei piedi
I funerali di Giulio si terranno oggi a Fiumicello, provincia di Udine Ieri la squadra inviata da Roma ha ascoltato una versione con dettagli concreti
sugli eventi concatenati che fanno in modo di farli riconoscere con certezza. E, se confermata, darebbe una svolta all’inchiesta.
Non quadra infatti la versione ufficiale, del semplice crimine. La prima, quella dell’incidente stradale quadrava ancor meno. E fa effetto la notizia che a fornirla ai media era stato proprio il capo della squadra investigativa incaricata di trovare gli assassini del ricercatore: Khaled Shalaby, il poliziotto condannato nel 2003 per aver interrogato una persona con torture tali da portarle alla morte.
E quadra ancor meno la pista fornita dal governo egiziano, di un omicidio senza connotazioni politiche, dopo la frenetica attività di accertamenti che ieri ha fatto rimbalzare tra il Cairo e Roma interrogativi inquietanti. Chi spiava Giulio? Chi lo fotografava di nascosto? Chi lo aveva