Corriere della Sera

Sanremo balla con i Pooh

Giallo sui Giovani: errore nella votazione, cambia il finalista I big rileggono i successi italiani, entusiasma Rocco Hunt

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Andrea Laffranchi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se Sanremo è un termometro (ma qualche dubbio c’è visto che in poche settimane tutto sparisce dalle classifich­e e dalla memoria), la musica italiana sta così così. Il confronto delle canzoni in gara con quelle del passato scelte per la serata di ieri non tiene. Difficile che uno dei 20 possa entrare in una scaletta per una serata simile fra un paio di decenni o che qualcuno riesca a entrare nel mito come i Pooh, superospit­i nella formazione che ha riaccolto Fogli per celebrare i 50 anni e poi addio per sempre. Cori in platea (e virtuali sui social) per un medley che va da «Dammi solo un minuto» a «Tanta voglia di lei», «Pensiero» e la versione originale di «Uomini soli» che vinse qui nel 1990.

L’unico che regge il salto cronologic­o è Carlo Conti. Quella di mercoledì è stata la miglior seconda serata per ascolti dal 2005, quando digitale e satellite era no per pochi: 10 milioni 748 mila spettatori, share del 49,91%, a un soffio dal traguardo dell’italiano su due. «Secondo me ha funzionato un progetto di lungo periodo con una persona di grande profession­alità», gongola il direttore di Rai1 Giancarlo Leone. Lo danno in partenza da Rai1, neanche i numeri basterebbe­ro a salvarlo. «Conti è il Baudo di oggi e del futuro», sembra un passaggio di consegne. Il conduttore ha un accordo anche per il terzo anno, ma non si sbilancia. «Da qui alla finale lavoriamo ancora su alcuni dettagli, figuriamoc­i se penso al dopo», dice. Appiattisc­e e smussa tutto. Tranne gli ascolti.

Si parte coi giovani: passano Francesco Gabbiani (piccolo giallo, era stato escluso ma c’era stato un intoppo tecnico nella votazione in sala stampa) e Mahmood. Gara in pausa per i Big. Noemi parte col turbo e trascina il pubblico in sala a tenere il tempo con le mani su «Dedicato», scritta da Fossati (che firma anche nell’album di Noemi) per la Bertè. I Dear Jack spostano l’asse del tempo tutto indietro e coinvolgon­o l’orchestra in «Un bacio a mezzanotte» del Quartetto Cetra. Gli Zero assoluto spariglian­o: invece che un classico con «Goldrake» pescano nell’infanzia dei 40enni, ma un supereroe acustico perde tutta la potenza. La coppia Caccamo-Iurato celebra Pino Daniele: lui è sempre centrato, lei in «Amore senza fine» trova la misura che le era mancata l’altra sera. Patty Pravo fa un esperiment­o. Si autocelebr­a, ma sono 50 anni di carriera e allora glielo si perdona, e sceglie la sua «Tutt’al più» ma fa rileggere il parlato al rapper Fred De Palma: non è un Frankenste­in, funziona anche se a volte lui sbaglia l’intenzione. Alessio Bernabei cerca il moltiplica­tore di like e cuoricini con Benji e Fede ma le voci stonano e massacrano Cocciante con una versione acustica di «A mano a mano » . Dolcenera porta «Amore disperato» di Nada nei suoni dubstep: non piacerà ai nostalgici ma suvvia, siamo nel 2016. Clementino neutro con «Don Raffae’», Elio fa Beethoven funk e Rocco Hunt con Carosone è una centrale di energia.

 ??  ?? In cinque I Pooh ieri sul palco dell’Ariston. Da sinistra, Stefano D’Orazio, Red Canzian, Riccardo Fogli, Dodi Battaglia e Roby Facchinett­i
In cinque I Pooh ieri sul palco dell’Ariston. Da sinistra, Stefano D’Orazio, Red Canzian, Riccardo Fogli, Dodi Battaglia e Roby Facchinett­i

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