«Se l’Eurolega fa la guerra alla Fiba non ha possibilità di sopravvivere»
Petrucci: «Bertomeu faccia un passo indietro, non può comandare»
La Guerra delle Rose del basket, coinvolte la Fiba — l’istituzione — e l’Eurolega, che da 15 anni gestisce la ex Coppa dei Campioni, si arricchisce di una nuova puntata. La scrive il presidente della Federbasket, nonché ex presidente del Coni, Gianni Petrucci, diplomaticamente indispettito di fronte alle dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera da Jordi Bertomeu. Chi è Bertomeu? Il presidente e l’«ad» dell’Eurolega. Colui che cerca di contrastare Patrick Baumann, segretario generale della Federazione internazionale, l’uomo che vuole riunire ciò che nel 2001 fu diviso. Riunire, s’intende. sotto il tetto di Santa Madre Fiba. Petrucci, tanto per chiarire, sta con Baumann. Frecciata numero uno: «Bertomeu dimostra
«Ma non c’è stata nessuna elusione! C’è stata una grande difficoltà a gestire il sistema delle reperibilità, prima cartaceo e poi online, in totale buona fede. Ci sono stati fax fuori uso, password errate, aggiornamenti una volta di più che quando ci si vuole accordare, non si chiedono incontri all’ultimo minuto. Di mezzo non ci sono le scelte di Petrucci, ma le regole: per legge le devono seguire tutte le federazioni affiliate alla Fiba, che è un organo del Cio».
E questa è anche una prima risposta alla battuta («Quando si parla di politica, allora è facile convincere la gente, della serie io ti do un preolimpico se tu mi aiuti a fare questo...») con cui Bertomeu ha fatto cenno all’assegnazione all’Italia di uno dei tre tornei che completeranno la lista delle ammesse ai Giochi di Rio. In soldoni, è come se si parlasse del voto di scambio. «Se quella riflessione era riferita a me — sottolinea il presidente —, sorrido sereno e contento».
Scaldato il motore, il viaggio
«Vorrei capirlo anch’io. Il inizia. Polemico e diretto. Petrucci parla un po’ alla Califano («La bellezza dello sport non è solo vedere Real Madrid e Barcellona, ma anche seguire i miracoli di una squadra outsider quale il Valencia. Il resto è solo commercio») e un po’ da dirigente di lungo corso: «L’Eurolega è efficiente, ma è un organismo privato. La Fiba la riconosce solo se non va in conflitto; se non lo fa, non ha una sola possibilità di sopravvivere». Questa, a dire il vero, è anche una delle tesi che circolano nel basket, spaccato tra le due fazioni. Quella pro-Fiba pensa che entro due anni l’Eurolega sarà riassorbita, a meno che non trovi il modo di condividere la governance con i «federales». «Tutte le società italiane hanno capito che non è un diktat di Petrucci. Presidente Gianni Petrucci presenta, Ettore Messina, c.t. azzurro al prossimo preolimpico (Ciamillo) Anche i club di calcio, per fare attività internazionale, hanno bisogno dell’autorizzazione della federazione». Già, ma l’Armani resterà nell’Eurolega. Con un invito di Bertomeu e con un permesso della Fip. «È inevitabile. Il presidente Proli ha mostrato un contratto sottoscritto in precedenza». È l’unica concessione a una linea senza deroghe. Petrucci ribatte al manager alla voce Nba («Comanda lei, come sostiene Jordi? No. La Nba ha un potere politico, non giuridico. Non comanda nulla nell’ambito delle regole del Cio») e tocca pure la questione arbitrale. «Se un arbitro vuole passare all’Eurolega, può farlo. Ma gli conviene rinunciare alle altre manifestazioni? Nell’alveo Fiba, inoltre, i fischietti hanno polizze assicurative solide: spero che sia così anche nell’Eurolega. Infine, l’addestramento rimarrà alle federazioni: se si andrà allo scontro, non daremo più gli arbitri. Dove li pescherà Bertomeu quando i veterani lasceranno?».
La minaccia seria è un epilogo per vie legali. Non è una soluzione, secondo Petrucci: «Ero sindacalista. Mi insegnarono che spesso si va in tribunale perché la tua organizzazione ha fallito gli obiettivi: quindi, è già una sconfitta. Il tribunale, infine, è come un rigore: te lo danno, certo; ma poi devi segnare». Vogliamo allora parlare di compromesso? «Solo se l’Eurolega farà un passo indietro. Non è possibile per la Fiba: rappresenta l’istituzione».
Bertomeu I club vogliono autonomia all’interno della Fiba, altrimenti andremo in tribunale