Capuozzo rievoca le foibe e la strage dimenticata di Vergarolla
Per commemorare degnamente la «Giornata del Ricordo», su Rete4 «Terra!» ha rievocato le vittime delle foibe e l’esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, con un’inchiesta sulla strage di Vergarolla. Dalla stazione di Bologna (dove una lapide ipocrita copre una vergogna nazionale, quando i sindacati dei ferrovieri respinsero un treno di profughi istriani accusandoli di fascismo), Toni Capuozzo ha presentato uno straordinario e struggente documentario: «L’Ultima Spiaggia. Pola fra la strage di Vergarolla e l’esodo» di Alessandro Quadretti con Domenico Guzzo, cosceneggiatore, storico esperto di terrorismo, e prodotto da Officinemedia in collaborazione con Libero Comune di Pola in esilio e con il sostegno di Simone Cristicchi.
Il 18 agosto 1946, sulla spiaggia di Vergarolla a Pola, l’esplosione di diversi ordigni bellici abbandonati provocò la morte di un numero imprecisato di italiani: forse 110-116, di cui solo 65 identificati. Si trovavano lì, insieme con altri bagnanti, per assistere alle gare natatorie organizzate dalla Società sportiva «Pietas Julia». Tra di essi c’erano molti bambini e ragazzi. Per realpolitik, l’inchiesta delle autorità inglesi stabilì che fu un attentato voluto da «persone sconosciute». Una strage quella di Vergarolla dimenticata e coperta per anni da una scandalosa attività di depistaggio storico, legata a esigenze di natura internazionale.
Tito aveva infatti rotto i rapporti di collaborazione con il regime staliniano di Mosca e agli alleati faceva comodo avere sul confine orientale dell’Italia uno stato cuscinetto fra l’Occidente filo americano e l’Est europeo controllato dai sovietici. Oggi si pensa che a innescare quelle bombe furono agenti dell’Ozna, il servizio segreto jugoslavo, per scacciare da quelle terre gli italiani.
È bene che la storia dei bambini massacrati a Vergarolla, la storia di una pulizia etnica, non resti sepolta nell’indifferenza.