Corriere della Sera

«Nessun veto su di lui E non ho pregiudizi sulle alleanze con Ncd»

Il leader leghista: sì alle scelte modello Lombardia

- di Marco Cremonesi

MILANO «Mai avuto problemi su Bertolaso. Anzi: mai avuto problemi su nessuno». Matteo Salvini forse un po’ esagera. Ma sull’ex capo della Protezione civile vuole sgomberare il campo: «Se ha risolto i suoi problemi famigliari, ne sono felice. Avevo letto un’intervista, probabilme­nte dettata dal nervosismo, in cui diceva che non avrebbe fatto il candidato. Se, piacendo a Iddio, quei problemi sono venuti meno, io ci sono. Sono con lui».

I problemi giudiziari di Bertolaso non avranno impatto sulla candidatur­a?

«Non faccio l’avvocato. A Roma tutti mi dicono che non esiste il problema, che l’inchiesta non porterà a nulla e che nasce soltanto dal ruolo svolto. Io, mi fido».

E non ha litigato neanche

con Giorgia Meloni?

«Noooo. Un sacco di cose che leggo sui giornali sono da ridere».

La cosa più importante che vi siete detti ieri con il candidato a Milano Stefano Parisi?

« È stata una bellissima chiacchier­ata, anche per alcune questioni organizzat­ive: Sala è in campo da mesi con la notorietà di Expo».

E dunque? Nel merito?

«Abbiamo messo un po’ di temi sul tavolo e una cosa si può dire: siamo in assoluto accordo sulla necessità di abbassare le tasse locali che con Pisapia hanno raggiunto un livello mai visto prima. E sulla necessità di semplifica­re radicalmen­te tutte le procedure per i cittadini e le imprese».

Parisi però ha aperto, anzi spalancato le porte al Nuovo

centrodest­ra. Anche su questo lei non ha mai avuto problemi?

«Il mio no radicale è sempre stato su alcune posizioni governativ­e di Angelino Alfano. Non abbiamo parlato in particolar­e di questo tema, ma è evidente che la capacità di aggregare e unire tutti quanti di Stefano Parisi è un valore aggiunto importante. Se c’è una posizione che va nel solco del modello Lombardia, quello che governa in regione, io non ho pregiudizi nei confronti di nessuno».

Insomma è un sì?

«A Milano come a Roma io non pongo veti».

E l’ex ministro Maurizio Lupi? Può essere una risorsa per Milano?

«So che si deve incontrare in queste ore con Parisi, il candidato

sindaco che ha la piena fiducia di tutti noi. Quel che decide lui, va bene».

In Forza Italia c’è chi si preoccupa di una possibile lista civica di Stefano Parisi. Lei ritiene sia necessaria?

«Deve decidere lui, ma secondo me sarebbe utile. Anche a Milano, come altrove, potrebbe raccoglier­e i voti di moltissime persone che oggi non sono disponibil­i a schierarsi e aprire il credito ai partiti tradiziona­li. Del resto, lo abbiamo già visto con le liste di Roberto Maroni e di Luca Zaia. Anzi, a Milano è ancora più utile che altrove».

Perché?

«Perché a Milano si può raccoglier­e un bacino grandissim­o e diverso da quello di altre città. Quel bacino di profession­i in cui fin qui Giuseppe Sala sperava di fare man bassa. Poi, lui, si è spostato tutto sulla sinistra e quel bacino lo perde da solo».

Ha detto che non avrebbe più fatto summit di coalizione. Perché?

«Direi che ormai abbiamo l’accordo su tutto, se Bertolaso accetta la corsa per Roma. E dunque, se si trova questa intesa, non vedo che bisogno ci sia che noi ci sediamo a tavola. Io non vedo l’ora di partire a tappeto, a Milano come a Roma, Bologna, Torino e Trieste».

La capacità di unire è importante Il mio no ad Alfano è su alcune posizioni governativ­e

A Milano sarebbe utile una lista civica di Parisi Potrebbe raccoglier­e i voti di tanti

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