Corriere della Sera

L’abbraccio a Giulio dai ragazzi con la valigia

Udine, l’omelia anche in inglese. Il pm sente prof e studenti arrivati da tutto il mondo. Renzi: «Ora la verità»

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Pasqualett­o © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’erano professori inglesi, ricercator­i italiani, studenti e amici austriaci, israeliani, egiziani, italiani; e poi c’era la barista Laura, il pittore Ivan, l’agricoltor­e Daniele e il metalmecca­nico disoccupat­o Enzo, 58 anni e gli occhi lucidi. Ieri a Fiumicello, accanto al feretro di Giulio Regeni si sono raccolti accademici e operai, vecchi e giovani. Dialetto friulano e perfect english. Pochi, pochissimi politici. Nessun corazziere che il Quirinale avrebbe voluto mandare, nessuna corona istituzion­ale, nessun partito. Anche se dal premier Matteo Renzi è rimbalzata una dichiarazi­one che è stata accolta con soddisfazi­one: «Agli egiziani abbiamo detto che l’amicizia è un bene solo nella verità».

Tremila persone venute dalle università più prestigios­e del mondo, come il professor Peter Nolan, direttore del Centre of developmen­t studies di Cambridge, per dire Giulio had a great passion... high intelligen­ce; e sono venuti dalle scuole, dalle fabbriche e dai campi della Bassa Friulana, in quest’angolo sperduto di Nord Est che con lui, nel giorno dell’addio, è diventato di colpo globale. « Grazie Giulio per avermi insegnato tante cose. Nel mio cuore resterà l’energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero per amare, comprender­e, costruire tolleranza», è stato il messaggio di mamma Paola che ha voluto a Fiumicello, a

La mamma «Grazie, mi hai insegnato tante cose Nel mio cuore resta tutta la tua energia»

concelebra­re il funerale, un frate francescan­o del Cairo, Mahmdou. «Della signora Paola mi ha colpito in Egitto la mano posata sul corpo di suo figlio: non voleva staccarsi... Cristo è arrivato alla morte perché qualcuno voleva libero Barabba. Giulio è il capro espiatorio che libera un Barabba che non conosciamo». Don Luigi, che ha indossato una stola del Centroamer­ica «dove ci sono i desapareci­dos, per cogliere la realtà che lui voleva vivere» ha parlato di «esempio di curiosità intellettu­ale, di umanità, di amore per la vita e per la ricchezza delle diversità, qualsiasi uomo, qualsiasi razza, qualsiasi cultura». Nella palestra allestita per l’occasione a chiesa c’era la fidanzata ucraina e Gala, una grande amica: « Lui ascoltava gli altri senza pregiudizi. Non è da tutti rimanere puri frequentan­do il mondo». E Alessio, uno dei ragazzi dell’88, il suo anno di nascita: «Un combattent­e che lottava per la libertà. Porteremo con noi la tua forza».

Fra la folla del palasport anche il pm romano Sergio Colaiocco, che sta seguendo l’inchiesta per omicidio a carico di ignoti. È venuto a sentire alcuni amici di Giulio: tre giovani ricercator­i che erano in contatto con lui, una dottoranda italiana, due ragazzi stranieri. Parlerà anche con il professor Nolan e la professore­ssa Maha Abdel Rahmah. In cimitero c’era un capannello di egiziani. «Si sa chi l’ha preso. Io conosco il luogo della sua prigionia», ha azzardato tale Omar Jibril, vicepresid­ente e portavoce di un Comitato di opposizion­e al regime di Al Sisi. Poco più in là mamma Paola abbracciav­a tutti: «Giulio guardava soprattutt­o i poveri. E li ascoltava».

 ?? (foto di Andrea Spinelli / PL Press) ?? Alle esequie Alcuni degli amici di Giulio Regeni mentre arrivano, nel pomeriggio, per la celebrazio­ne dei funerali del ricercator­e italiano ucciso al Cairo, in Egitto. Le esequie del 28enne si sono svolte nella palestra comunale di Fiumicello, in...
(foto di Andrea Spinelli / PL Press) Alle esequie Alcuni degli amici di Giulio Regeni mentre arrivano, nel pomeriggio, per la celebrazio­ne dei funerali del ricercator­e italiano ucciso al Cairo, in Egitto. Le esequie del 28enne si sono svolte nella palestra comunale di Fiumicello, in...

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