Corriere della Sera

Onde, bosone di Higgs, neutrini Chi sono e che fanno i fisici d’Italia

Da Votano a Rossi e Tonelli: «Noi ricercator­i guidati dal fascino di Fermi e Rubbia»

- Giovanni Caprara

Anche nella scoperta delle onde gravitazio­nali i fisici italiani sono in prima linea. Ma, al di là dell’attualità, non c’è frontiera più avanzata di questo mondo fondamenta­le della ricerca che non li veda tra i protagonis­ti di spicco. «All’origine delle mie scelte ci sono il fascino delle scoperte di grandi uomini come Enrico Fermi, Edoardo Amaldi, Carlo Rubbia» dice Fabiola Gianotti, che da poche settimane siede a Ginevra alla guida del Cern, il più importante centro di ricerca oggi esistente al mondo per la fisica subnuclear­e.

I «nipoti» di Enrico Fermi cresciuti nell’ambito dell’Istituto nazionale di fisica nucleare sono oggi una pattuglia numerosa e di grande valore internazio­nale. Da alcuni anni è nata una generazion­e di studiosi cacciatori di «astroparti­celle» nel «vedere» le origini.

È evidente che, oggi, tutti i fisici sognano di lavorare al Cern non essendoci alternativ­a migliore al mondo (ci sono persino mille americani). Al suo vertice, oltre a Fabiola Gianotti, c’è, accanto a lei, il direttore scientific­o Sergio Bertolucci, provenient­e dall’Università di Pisa. Come i suoi colleghi ha accumulato esperienze in vari centri, da Chicago ad Amburgo, e al Cern governa tutti i rivoli delle indagini nelle quali sono impegnati gli scienziati del centro europeo, ovviamente oltre il bosone e pure con diversi accelerato­ri.

Tra le frontiere più entusiasma­nti ci sono gli studi riguardant­i i neutrini, le particelle più effimere dell’universo in grado di cambiare persino natura mentre viaggiano, però messaggeri di aspetti altrimenti sconosciut­i della natura. Lucia Votano è una specialist­a della caccia a questa particella difficilis­sima da catturare perché nulla la ferma. Alla direzione del grande laboratori­o sotterrane­o del Gran Sasso, frequentat­o da fisici di provenienz­a internazio­nale, Lucia ha permesso la conquista di notevoli passi avanti nell’arduo settore. E sempre al Gran Sasso, Fernando Ferroni della Sapienza di Roma (e attuale presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare) indaga i misteri della violazione della simmetria.

Tra le nuove sfide della fisica c’è anche l’unione tra la meccanica quantistic­a e la teoria della relatività. Qui Carlo Rovelli, ora al centro di fisica teorica di Marsiglia, è uno degli scienziati più creativi nell’inseguire un possibile risultato. Guardando al cielo, è nata da alcuni anni una nuova generazion­e di fisici che vanno a caccia delle «astroparti­celle». Uno degli obiettivi è cercare di raccoglier­e la traccia di particelle di antimateri­a e Roberto Battiston è tra questi illustri pionieri. Ora presiede l’Agenzia spaziale italiana ma fino a ieri ha diretto, assieme al Premio Nobel Samuel Ting, il più ambizioso progetto internazio­nale che ha portato un rilevatore di antimateri­a sulla Stazione spaziale internazio­nale. Sempre nello Spazio, Stefano Vitale dell’Università di Trento coordina il primo esperiment­o condotto al di fuori della Terra riguardant­e le onde gravitazio­nali attraverso il satellite Lisa Pathfinder dell’Esa. Da terra, invece, lo stesso obiettivo è inseguito da Fulvio Ricci dell’Università La Sapienza di Roma e attualment­e alla direzione della collaboraz­ione Virgo a Pisa.

Naturalmen­te sono solo degli esempi di una schiera di scienziati italiani oggi protagonis­ti della scienza mondiale.

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