Il rapper stilista e il jeans definitivo «In trent’anni è cambiato tutto»
Pharrell Williams: dalla collaborazione a socio di G-Star Il filo composto di plastica riciclata e l’innovazione sempre più spinta
Ha collaborato con Louis Vuitton, Adidas, Moncler, ha fondato Billionaire Boys Club e Ice Cream. Poi, nell’estate di due anni fa, ha lanciato — prima a Pitti e poi a New York — la sua collaborazione con GStar Raw, e sembrava solo una capsule collection di jeans, magliette e giacche eco-sostenibili. Pharrell Williams allora aveva detto che «con G-Star Raw (l’azienda olandese di denim giovane che aveva scelto per la joint venture, ndr) la sintonia è stata da subito totale». Al punto che il rapper, l’altro giorno, ha fatto sapere tramite Instagram — aggiungendo un altro buon argomento a favore della rottamazione delle vecchie care conferenze stampa — di essere entrato come socio proprio dentro G-Star.
Il preludio di una partecipazione maggioritaria in futuro? Da questo musicista-stilistaimprenditore capace di tramutare la sua «Happy», scritta per un cartoon, in un inno delle rivoluzioni mondiali — quelle politiche come quelle per i propri diritti, dall’Iran all’Ucraina alla Russia — ci si può aspettare di tutto. Aveva fondato la «Bionic Yarn» per
Oceani puliti Ogni collezione è composta da 10 tonnellate di bottiglie Pet raccolte dal mare
studiare un filo di cotone composto in buona parte da plastica riciclata per salvare gli oceani dall’inquinamento: e in questi due anni la collezione Raw for the Oceans fatta proprio con il tessuto ibrido Bionic Yarn, composto dal 33% al 61% di plastica riciclata ha aperto una nuova frontiera del denim. Metà della plastica usata da Raw for the Oceans è composta da bottiglie Pet recuperate dagli oceani, l’altra metà viene dai normali canali di riciclo. Ogni collezione è composta da 10 tonnellate di bottiglie Pet raccolte dal mare, che equivale a 700 mila bottiglie per collezione.
Pharrell, come co-proprietario e non più soltanto come stilista collaboratore, si occuperà, da subito, della creatività G-Star: dalla collezione alle campagne pubblicitarie e alle strategie di business.
«G-Star — ha spiegato — è un’azienda dotata di autonomia di pensiero e volontà di guardare avanti. Sono convinto che sarà il marchio di jeans definitivo per il XXI secolo. Non vedo l’ora di condividere di questa mission e di contribuire a plasmare il futuro di GStar». Tecla Schaeffer, chief marketing officer dell’azienda olandese, ha risposto che «lavorando insieme con Pharrell speriamo di continuare a in- novare permettendogli di andare ancor di più oltre i limiti del convenzionale, in tutti gli aspetti del nostro business, da creare nuove idee e nuovi prodotti a nuove visioni di sostenibilità per una nuova esperienza del brand. Siamo felici di accogliere Pharrell per immaginare con noi un nuovo future del denim».
Il problema del business del denim — gli unici due prodotti di largo consumo globale usciti dallo streetwear sono i jeans e le sneaker — è la velocità con la quale si evolve: trent’anni fa la leadership assoluta era americana, il Giappone era fuori dalla mappa, e i giganti del settore erano proprietari delle fabbriche nelle quali si producevano i loro jeans. Tutto questo non esiste più, in soli tre decenni: i giganti hanno vissuto stagioni difficili, il Giappone è cresciuto mostruosamente puntando tutto sul mercato Premium, sono emerse nuove realtà in regioni imprevedibili — Scandinavia, Europa centrale, Indonesia — e un’azienda di successo come G-Star sa di dover continuare necessariamente a innovare per restare nella posizione guadagnata così in fretta.
Chi meglio di Pharrell per aiutarli? Nella musica ha il tocco di re Mida — tramuta in dischi di platino tutto quello che produce — ma questo non trascurabile fatto non ha modificato l’immagine che continua a vedere nello specchio: «Mi sono sempre sentito un outsider, mi sono sempre sentito “altro. E ora mi sento onorato se posso servire a chi si sente
Il suo motto «Bisogna guardare alla strada per capire cosa succede di nuovo nella moda»
“altro”, per vedere che siamo in tanti a essere così».
È disarmante sentire una delle celebrity più famose del mondo, uno degli uomini più intervistati e maggiormente presenti nelle classifiche dei personaggi più alla moda, spiegare che«l’individualità è cool. L’individualità batte ogni altra considerazione». Perché l’individualità per lui è una realtà prima ancora di una strategia creativa e di business — da ragazzo personalizzava le sue sneaker bianche con il pennarellone e adesso la Adidas lo paga per farlo. Se c’è una lezione da imparare nel successo straordinario di Pharrell come stilista/imprenditore è il suo motto: «Bisogna guardare alla strada per capire cosa succede di nuovo nella moda». La moda doveva trovare un cantante di poche parole per imparare a ascoltare.