Quei piccoli esercizi di felicità che sanno davvero cambiare la vita
ui social circolano ormai tantissime frasi, aforismi, pillole di saggezza di ogni ordine e tipo, tanto che forse non ci facciamo neanche più caso, perché cadono nel banale anche se banali non sono. Abbiamo mercificato anche la saggezza millenaria. Ma se lì o altrove trovassimo la frase del filosofo Marco Aurelio che dice «la felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri», ci fermeremmo a rifletterci anche solo per un attimo? E se qualcuno ci chiedesse cos’è per noi la felicità sapremmo rispondere subito, senza ombre di dubbi? Oggi che in tanti siamo preoccupati per il presente o per il futuro, proprio la filosofia, con il suo domandare, torna ad essere una reale possibilità di riflessione ampia e profonda sulla vita. E chiunque si interroghi sul senso del vivere, sulla bellezza, sul dolore, sulla felicità, sul destino, è filosofo e lo è ogni persona che getta uno «sguardo dall’alto» per vedere lo «stato in cui versa la propria anima», come diceva Socrate, il proprio mondo e il modo in cui lo abitiamo. La nostra possibilità di dirci felici, si sa, ha molto a che fare con le attese che abbiamo su noi stessi e sull’esistenza: cos’è per me la felicità? Che vita vorrei? Che bilancio vorrei fare alla fine della vita stessa? (capisco che la domanda piaccia poco, ma credo sia quella che conta di più!). Queste e altre questioni, ancorate alla realtà dell’esistenza, sono quelle che i radiopost di «Piccoli esercizi di felicità», ogni lunedì sul blog «La 27esima Ora» ( 27esimaora.corriere.it) vanno a sollecitare, offrendo un momento di sosta e proponendo anche esercizi concreti e semplici, che siano viatico per incominciare a praticare la cura di sé. Piccole occasioni che possono innescare circoli virtuosi senza attendere cambiamenti drammatici imposti dall’esterno. Perché la vita è bella, e a volte, basta davvero poco per accorgersene.