Inghippi tecnici (o brogli): da Miele alle confessioni di Pupo
Passano gli anni, progrediscono le tecnologie, si moltiplicano i controlli, ma l’ombra del broglio continua ad aleggiare su Sanremo. Ultimo caso quello di Miele, in gara nel girone Nuove proposte col brano «Mentre ti parlo», che è risultato giovedì finalista, ma solo per una manciata di minuti: per un guasto tecnico nel televoto della sala stampa (che pesava per il 50% sull’esito della gara) erano stati registrati circa 20 voti validi su una platea di oltre 130 votanti.
La Ipsos di Pagnoncelli ha comunicato il verdetto, nonostante fosse chiaramente falsato, perché il regolamento non prevede un numero minimo di votanti. Poi è entrato in scena il buonsenso. La votazione è stata rifatta e a quel punto Miele risultava perdente per un’incollatura. Francesco Gabbani 50,8%, Miele 49,2%. L’errore è stato corretto nella massima trasparenza e la Rai ha deciso di «consolare» Miele con un passaggio in più del suo brano, ma fuori gara. Nulla a che vedere con altri episodi del passato.
Da sempre la gente si chiede: ma il verdetto di Sanremo è truccato? Risposta diplomatica: non mancano edizioni chiacchierate.Come ad esempio quella del 1975, anno in cui le major decisero di boicottare il festival, e il Comune organizzò direttamente. Vinse Rosangela Scalabrino in arte Gilda (con «Ragazza del Sud»).
La votazione si svolgeva attraverso delle telefonate casuali ad abbonati al telefono scelti sugli elenchi telefonici. Ma le chiamate, che partivano da un centralino di Sanremo, non finivano a normali utenti, ma in una sala della Sip di Genova dove a ogni prefisso rispondeva un operatore con l’accento coerente col prefisso (081 napoletano, 055 toscano, 070 sardo...). Il notaio che certificava tutto non era un vero notaio. Negli anni in cui si votava utilizzando le schede del Totip, Pupo confessò, in un’intervista del 1992, di averne comprata una quantità pari a 75 milioni di lire per aggiudicarsi il quarto posto nell’edizione del 1984. Quando votava il pubblico in sala tutto era manipolato dagli impresari e intermediari. Dal posto in classifica dipendeva infatti il valore venale delle serate di ogni artista.
L’ultima polemica fu sulle votazioni di Sanremo 1996. «La terra dei cachi» di Elio e le Storie Tese arrivò seconda. Battuta da «Vorrei incontrarti fra cent’anni» cantata da Ron e Tosca. Ma secondo un’inchiesta, che poi si è arenata, il ricalcolo dei voti avrebbe rivelato che in realtà gli Elii erano primi. Misteri di Sanremo.