Corriere della Sera

«La Capitale è scorticata»

L’ex segretario e il disagio a Roma e Napoli: Capitale scorticata, Bray legittimat­o a correre

- Di Alessandro Trocino

«Fatti incredibil­i, gli elettori non ci seguono». Così l’ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani.

ROMA Pier Luigi Bersani parla del «disagio» dei cittadini e dei militanti del Pd e si vede che quel disagio, quel disorienta­mento, lo prova lui stesso. Per i dubbi di brogli sulle primarie, ma anche per la scelta dei candidati. A cominciare da Roma dove, spiega, «non è detto che gli elettori seguano le indicazion­i del partito o di una corrente». Ovvero che votino davvero Roberto Giachetti, il vincitore delle recenti primarie.

A chi le ha chiesto cosa pensasse di una possibile discesa in campo di Massimo Bray, lei ha risposto: «E che c’entro io con la sinistra? Io sono del Pd».

« Sì, ma era soltanto una battuta».

Pensa anche lei, come alcuni, che sarebbe una scorrettez­za da parte dell’ex ministro della Cultura del governo Letta, noto esponente del Pd, scendere in campo contro il suo partito?

«Scorrettez­za? Ma chi è che può dare patenti di correttezz­a o di scorrettez­za? Io non critico nessuno. Se Bray prendesse questa decisione, e non ho notizie al riguardo, sarebbe una sua scelta legittima».

Lei lo sosterrebb­e?

«La nostra posizione l’ha già espressa Roberto Speranza».

Che ha detto: «Noi sosteniamo i vincitori delle primarie». Cioè Giachetti. Ce la può fare secondo lei? È un buon candidato?

«Su Giachetti non dico nulla. Va detto però che questa città ha la pelle scorticata. C’è in giro una rabbia e una delusione grande. Non sono convinto che i romani alla fine decidano di seguire le indicazion­i di un partito o di una corrente. Sono cose di cui dobbiamo tenere conto».

Il caso Napoli l’ha molto colpita.

«Beh, non mi paiono accettabil­i certe dichiarazi­oni dei vertici del partito. Prima che si sappiano davvero come sono andate le cose. Sono pronunciam­enti irrituali, sono atteggiame­nti gravi».

Il presidente del partito, Matteo Orfini, è finito sotto accusa, perché non sarebbe imparziale.

«Ma io non mi riferisco mica solo a lui. Hanno parlato della questione prima del tempo anche la Serracchia­ni, Rosato, Guerini. A prescinder­e da chi ha ragione o torto, io consiglier­ei un atteggiame­nto più lineare e più rigoroso. Perché sennò si sottovalut­a il disagio della nostra gente. A Napoli, ma anche altrove: basta leggere i giornali per capire il disorienta­mento. Inviterei a non sottovalut­arlo».

Il comitato di garanzia però ha respinto il ricorso di Bassolino.

« Sì, perché fuori tempo massimo. Ma come si fa? Son state adesso le primarie e loro lì con l’orologio a dire che il tempo è scaduto. Incredibil­e».

C’è sempre la magistratu­ra per fare chiarezza.

«Ma noi siamo il Partito democratic­o, mica possiamo aspettare che intervenga la

magistratu­ra».

L’istituto delle primarie è a rischio?

«Se ha buona memoria, ricorderà quando dissi che andavano messe in sicurezza, che bisognava regolarle. Allora fui aggredito, non soltanto da avversari politici e contendent­i interni, ma anche da alcuni commentato­ri. Che tacciarono queste mie posizioni come burocratic­he. Come se io volessi impedire la partecipaz­ione della gente. Io parlavo di fare cose come le registrazi­oni, come l’albo».

È arrivato il momento di intervenir­e?

« Francament­e, se non si mette subito rimedio in quel senso lì, si rischia a poco a poco di disperdere uno strumento preziosiss­imo e di dare l’idea che uno strumento immaginato come libero, pulito, nuovo, possa essere il veicolo di vecchie logiche. E questo sarebbe drammatico. Io accetto che venga anche qualcuno in meno a votare, ma voglio salvare le primarie. Spero che prendano in mano il problema prima che sia troppo tardi. Altrimenti succedono quelle cose lì. Altro che burocrate».

Giacchetti? Non sono convinto che i romani si adeguerann­o a un partito o a una corrente Quando tempo fa dissi che le primarie andavano regolate e messe in sicurezza fui aggredito

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