Corriere della Sera

«Colpo di spugna, farò appello» L’ex sindaco pensa a una lista sua

Deve capire quanti lo seguirebbe­ro e quanto potrebbe strappare a Lettieri

- Monica Guerzoni

la commission­e di garanzia si riunisse per poi bocciare il suo ricorso paventava una «sentenza preconfezi­onata», scrivendo che «ai vertici del Pd qualcuno ha già emesso il verdetto». Ancora più duro a bocciatura incassata: «Invece di riflettere e discutere il Pd chiude gli occhi. È un colpo di spugna che offende le primarie e la città».

Una città in cui lui ritiene di poter ancora svolgere un ruolo centrale, anzi il ruolo più importante. Perciò di fronte alla non improbabil­e bocciatura anche del suo eventuale secondo ricorso potrebbe anche decidere di provare a tornarci da solo a Palazzo San Giacomo. In Rete c’è già chi glielo chiede, ma Bassolino per ora nemmeno ne parla. In questa vicenda c’è in gioco la sua storia politica, e certo non gli sfugge quanto sarebbe complicato e rischioso un percorso al di fuori del Partito democratic­o. Bassolino sa benissimo che una cosa è competere per le primarie del Pd e altro sarebbe correre per la poltrona di sindaco fuori dal Pd e contro il Pd.

In queste settimane di campagna elettorale ha avuto indubbiame­nte accanto una parte del partito. Molti che gli erano amici gli hanno voltato le spalle, certo, per dimostrare mancate. Mi attende un attimo? Mi è arrivato un sms di un’amica... Cosa scrive? Che il verdetto è vomitevole».

Ecco, l’Ansa sta battendo la notizia: ricorso respinto.

fedeltà a chi oggi è al comando. Ma molti lo hanno anche sostenuto, credendo sinceramen­te in lui e nelle sue possibilit­à di tornare a raccoglier­e il consenso dei napoletani. Ma se Bassolino si ponesse fuori dal Pd, in quanti — pure tra quelli che gli sono stati vicini nella partita delle primarie —

E adesso? Bassolino farà una lista contro la Valente?

«Valuterà, dovrà sentire le persone che lo hanno sostenuto. Quando si è candidato, a Napoli c’era il buio assoluto e il miracolo dei 30 mila ai seggi è merito suo. Poi quei video scioccanti, che non si possono considerar­e irrilevant­i in una città dove la legalità deve essere la prima cosa. Non si può chiudere un occhio».

Lei cosa ha visto ai seggi?

«Durante lo spoglio, al comitato di Antonio giungevano notizie che li davano testa a testa. Poi, quando sono arrivati i dati dei grandi quartieri operai, insediamen­ti storici della sinistra, i numeri sono cambiati In coppia Antonio Bassolino, 68 anni, con la moglie Anna Maria Carloni, 60, deputata pd sarebbero disposti a rischiare e seguirlo senza nessuna garanzia di successo?

Sicurament­e le Amministra­tive di Napoli per ora hanno un solo favorito, e cioè Luigi de Magistris, il sindaco in carica. Che ufficialme­nte si augurava un rivale forte come Bassolino ma che certo gradisce la semisconos­ciuta Valeria Valente e, sul fronte del centrodest­ra, il già sconfitto cinque anni fa Gianni Lettieri.

Per Bassolino, quindi, questo è il momento di fare i conti. E lui, che a Napoli sa annusare l’aria politica ancora meglio di chiunque altro, li sta facendo. Per capire quanti lo seguirebbe­ro e quanto riuscirebb­e a strappare non solo alla candidata del Pd ma anche al suo vecchio amico Lettieri, che si pone come alternativ­a trasversal­e e certo ha tra i suoi elettori una parte di borghesia che potrebbe non disdegnare l’idea di rivedere all’opera il vecchio sindaco. a vantaggio di Valeria. È tutto molto strano».

Per Orfini e Guerini il risultato non si discute.

«Non sono d’accordo. Qui il problema è se sono state rispettate le regole democratic­he. È inaccettab­ile minimizzar­e, dire “tutto bene madama la marchesa”. Era doveroso che tutti facessero ricorso, anche Valente e Sarracino».

Rottamazio­ne compiuta?

«Devo prendere atto, con dispiacere, che il Pd in questi anni non ha fatto niente per avvalersi della competenza, dell’esperienza e del legame tra Bassolino e il popolo napoletano. C’è stato un allontanam­ento a senso unico».

Aveva il diritto di candidarsi, ma più volte in questi mesi le ho chiesto se pensava di farlo e mi ha sempre risposto di no

Bassolino lascerà il Pd, come Cofferati?

«È una valutazion­e prematura. Ma io, che ci sto dalla fondazione, vedo l’assenza di una politica alta e il prevalere di logiche di potere. Non è questo il Pd per cui ci siamo battuti, impegnando tempo, lavoro e risorse economiche».

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