Corriere della Sera

Roma, l’imbarazzo per le schede bianche

Il Pd fa retromarci­a: si era parlato di 2.800, ora sarebbero 567. E i votanti si riducono a 44.500

- Ernesto Menicucci

Contrordin­e, compagni. I votanti delle primarie del centrosini­stra, a Roma, non sono più 47.317, cioè quei «quasi cinquantam­ila» che erano una sorta di soglia minima, ma diventano 44.501.

E i voti non validi, tra schede bianche e nulle, non più il numero incredibil­e di 3.700 (con oltre 2.800 bianche) ma appena 894, con 567 bianche, 326 nulle e una scheda contestata. Cambia? Beh, sì. La retromarci­a del Pd « certifica » una sconfitta: le primarie che dovevano riavvicina­re la gente e rivitalizz­are un partito squassato da Mafia Capitale, dal lungo commissari­amento Orfini (il clima è sempre più da faida interna) e dalla vicenda Marino, si trasforman­o in un boomerang mediatico e in un «pasticcio» organizzat­ivo.

Pasticcio, per non dire altro. Perché, dando per buona la spiegazion­e fornita dal «Comitato per le primarie», quanto meno la disorganiz­zazione regna sovrana: «Abbiamo conteggiat­o male le schede bianche dei Municipi, aggiungend­ole

Restano i sospetti sul tentativo di gonfiare l’affluenza: nel mirino il commissari­o Orfini

a quelle dei candidati a sindaco». Per chi non è di Roma, o non segue gli arzigogoli del Pd, è persino difficile starci dentro.

In estrema sintesi: nella Capitale, oltre alla sfida tra «i due Roberto», Giachetti e Morassut, in quattro municipi (sui 14 che andranno al voto) si sceglievan­o anche i candidati presidente. Risultato, in alcuni territori c’erano due schede, in altri una sola. Solo che, mentre quasi tutti gli elettori Pd conoscono Giachetti e Morassut, magari in molti non sapevano nulla del candidato municipale. E, in quel caso, hanno lasciato bianca la scheda. Quei voti, secondo gli organizzat­ori dem, sarebbero finiti nel conteggio generale, alterando il dato: le oltre 2.800 «bianche» iniziali sarebbero il frutto di una proiezione sbagliata. Possibile? Chissà. Certo i punti oscuri rimangono. Intanto perché il primo dato (con la «proiezione») è arrivato comunque quasi 24 ore dalla chiusura dei seggi ed era già stato smentito da quelli che arrivavano dai seggi.

Poi perché dei dubbi sono venuti anche a Giachetti e Morassut che — domenica notte — si sono telefonati per dirsi di «evitare pasticci». Il candidato vincitore dice: «Vorrei sapere chi è questo genio...». Morassut parla di « azione puerile». Il deputato della sinistra dem, Marco Miccoli, domanda: «Ma chi ha dato l’ordine?». Il sospetto che si sia trattato di un tentativo (maldestro) di gonfiare l’affluenza rimane. E il «convitato di pietra», per la minoranza, è diventato Orfini, che fin dal mattino aveva parlato di «20 mila votanti già alle undici». Lui parla di «nonsenso politico», nell’aumentare le schede bianche. Poi aggiunge che «sono un segno di protesta». Secondo molti, è il prossimo «bersaglio» romano di Matteo Renzi. Ma non ora, prima c’è il voto di giugno.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy