Corriere della Sera

Berlusconi a Salvini: stai attento, sei mal consigliat­o

Bertolaso va avanti anche con una sua lista Il leader leghista: se salta c’è Meloni

- Paola Di Caro

Lui, il candidato sindaco, si impegna al massimo. Gira per la città, muove il suo Comitato, si prepara alle «gazebarie» e, ospite di #CorriereLi­ve, lancia nuovi slogan che dovranno scandire la sua campagna elettorale: «Sarò un sindaco sceriffo. Avrò tolleranza zero contro il degrado. Ho lavorato con Rudolph Giuliani, quando ero il numero due dell’Unicef. E Roma ha bisogno di un Giuliani».

Ma anche Guido Bertolaso (che va avanti anche con una sua lista) sa che la sua corsa è ad ostacoli, perché il centrodest­ra sulla sua candidatur­a non trova pace. È sempre più alta la tensione fra i partiti, con Forza Italia molto arrabbiata per l’atteggiame­nto di Matteo Salvini e in parte anche per quella che sembra una presa di distanza da parte della Meloni.

Il leader della Lega, sospettato di voler far fallire la candidatur­a per guastare i piani di Berlusconi ed emergere come unico leader credibile anche muovendosi in sintonia con il M5S negli eventuali passaggi elettorali al secondo turno, anche ieri ha ribadito che ad oggi Bertolaso non è il suo candidato. Certo, «non mi esprimo per non condiziona­re il voto dei romani» che diranno la loro: «Che ci sarà scritto sulla scheda? Immagino “Adori Bertolaso” o «Vorresti stare insieme a Bertolaso?», ironizza Salvini.

E se la consultazi­one non andasse bene? Per il capo del Carroccio non c’è via d’uscita: «Se vince il no, a quel punto l’unica soluzione è la Meloni». E anche la leader di FdI sembra ormai convinta che, se Bertolaso dovesse saltare, volente o nolente toccherà a lei la corsa per il Campidogli­o. Ma questo clima fa infuriare Berlusconi, che comprende bene come la partita sia più ampia di quella legata alla singola candidatur­a, e come sia diventata ormai una sfida anche alla sua leadership che Bertolaso ha voluto e che sostiene con forza.

In un’intervista rilasciata oggi al Messaggero e nei discorsi di queste ore il leader azzurro ripete che Bertolaso non si tocca, che è l’unico candidato in campo, che — per dirla con le parole di Deborah Bergamini — chi divide il centrodest­ra «fa solo il gioco di Renzi e della sua permanenza al governo». E, dopo aver ricordato che lo stesso Salvini era d’accordo a candidare Bertolaso («Mi disse che voleva vincere e che mi sosteneva», assicura l’ex capo della Protezione Civile), Berlusconi lancia un messaggio a Salvini: «Stia attento, perché è mal consigliat­o...».

Cosa potrebbe accadere se, nonostante gli sforzi dello stesso Bertolaso, di FI, del movimento giovanile «L’esercito di Silvio» di Furlan che si è schierato con il candidato cambiando il nome in «Esercito di Guido», Salvini dovesse continuare a tirare la corda fino a spezzarla? Nessuno ad oggi sa dirlo con certezza. Berlusconi già programma la sua presenza per sabato a Roma, nonostante l’operazione agli occhi per la cataratta vuole girare la città con lui come fece con Parisi, ma intanto il tavolo per le candidatur­e del centrodest­ra

presieduto da Matteoli ieri si è aggiornato a data da destinarsi. Fino a quando non sarà sciolto il nodo Roma, non saranno nominati i candidati delle altre grandi città al voto, da Torino a Bologna fino a Novara. Tutto è appeso a un filo sempre più sottile.

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