L’asse tra Roma e Parigi contro l’austerità
La Commissione europea ha messo sotto pressione i governi a rischio di non rispettare il Patto di Stabilità e di crescita inviando all’Italia e a altri 5 Paesi le lettere con richiami e raccomandazioni. Ma da Roma e da Parigi hanno sollevato dubbi sulle misure di austerità raccomandate da Bruxelles su pressione della Germania. I ministri finanziari italiano e francese, Pier Carlo Padoan e Michel Sapin, hanno ricordato che il rafforzamento del controllo Ue delle politiche economiche e di bilancio «per quanto importante per contenere gli effetti avversi della crisi, non è stato in grado di riportare l’economia ai livelli di crescita adeguati e di generare sufficienti posti di lavoro». Il ministro francese dell’Economia Emmanuel Macron ha accusato che «senza i vincoli di bilancio Ue» la ripresa in Francia «sarebbe più forte e più rapida». Il commissario Ue francese Pierre Moscovici ha replicato che le critiche di Macron sono «infondate» e che non si può definire «la Commissione europea rigida o stupida».
Padoan ha accolto la lettera della Commissione, che segnala rischi di non rispetto della regola del debito e di deviazione degli obiettivi nella legge di bilancio 2016, sottolineando le valutazioni positive della comunicazione come «la conferma della stabilizzazione del debito nel 2015 e la previsione di riduzione a partire dal 2016». Il premier Matteo Renzi, al termine nel summit Ue di lunedì scorso, ha escluso manovre correttive. Padoan ha confermato che le priorità sono crescita, occupazione e riduzione delle tasse. Vede possibili solo «aggiustamenti» nel Documento di economia e finanza da presentare a Bruxelles entro il 15 aprile, in vista della valutazione della Commissione sulla legge di Stabilità 2016 in maggio. Italia e Francia appaiono coscienti della difficile situazione delle rispettive economie e dei conti pubblici. Ma sembrano intenzionate a fare fronte comune per opporsi alle raccomandazioni Ue improntate sulle misure di austerità.