I killer uno contro l’altro «Lo ha accoltellato Manuel»
Roma, il gip esclude la premeditazione. Sentito un ospite del festino
Marc Prato e Manuel Foffo restano in carcere, ma secondo il gip non avevano premeditato l’omicidio di Luca Varani. La decisione arriva al termine dei lunghi interrogati di garanzia. «Non è vero che volevamo uccidere Luca — ha detto Prato —. Era un gioco erotico violento, finito male. C’era tanta droga e a un certo punto Manuel ha voluto fare il “dominatore”. Gli stringeva il collo fino a non farlo respirare, così è cominciata l’aggressione. Io ero senza forze e non ho potuto fermarlo. Luca era ferito e sanguinava, si lamentava molto e non riuscivamo a farlo smettere. Per questo l’abbiamo ucciso, ma la coltellata mortale non l’ho data io. Poi ho coperto quel corpo, la vista delle ferite mi disturbava. Manuel è sceso al piano di sotto dalla madre a prendere degli stracci e mi ha costretto a pulire. E quando sono andato via, sabato mattina, mi ha accompagnato in albergo, ha pagato per me due notti e mi ha comprato anche i farmaci per farmi suicidare. Avevo anche avvisato in portineria di non farmi disturbare in camera, sono disperato per quello che è successo». Prato aveva anche scritto dei biglietti di scuse ai suoi genitori, spiegando che sognava di diventare donna. Ma senza fare cenno al delitto.
Nelle oltre 4 ore in cui ha risposto al gip Riccardo Amoroso, Prato — assistito dall’avvocato Pasquale Bartolo, presente anche il pm Francesco Scavo — si è ritagliato un ruolo quasi da vittima delle prepotenze del padrone di casa, Foffo. Il suo racconto rafforza gli interrogativi sui buchi nella ricostruzione di quei quattro giorni: chi altro è entrato in casa prima dell’omicidio e chi forse ha visto, o ha saputo subito di quel cadavere, senza intervenire? O peggio, ha provato a inquinare le prove?
Anche quella di ieri è stata una lunga giornata di interrogatori del Reparto operativo e della compagnia Piazza Dante dei carabinieri per completare il quadro delle indagini. A Milano è stato sentito Giacomo, uno degli ospiti di casa Foffo, citato nel suo primo verbale. Anche lui avrebbe partecipato al «festino» che ha preceduto l’omicidio di Luca. Sia mettendo il suo bancomat a disposizione di Prato per prelevare parte dei 1.500 euro spesi in cocaina (28 grammi), alcol e altre sostanze (fra cui le cosiddette In cella Manuel Foffo, 30 anni, (sopra), con Marc Prato ha assassinato Luca Varani «droghe carnivore» che scatenano istinti violenti), sia partecipando ai giochi sessuali prima dell’arrivo di Varani. Di fatto è un sopravvissuto. Non ancora identificato “Alex della Tiburtina” l’altro ragazzo indicato da Foffo come frequentatore dell’appartamento.
E lo stesso Manuel è stato interrogato di nuovo: ha confermato quanto detto al momento di costituirsi, fornendo particolari più precisi («l’aggressione si è consumata tutta in bagno e solo dopo Varani è stato