Lo sport contamina tutto Miu Miu, camicia e boxer
Moncler e Louis Vuitton: letture diverse della tendenza più forte
Potrebbe anche arrivare Superman e nessuno si stupirebbe. Perché la passerella di Louis Vuitton è un po’ come la grotta di kryptonite dove l’eroe, finalmente, conosce il suo passato, chi è e da dove viene. Non sono di minerale verde, ma di specchi frantumati le grandi colonne-rovina e sorprendono il pubblico che varca la porta di una sorta di buchi-scatola nera nei giardini della Fondazione. E tutto torna. È un’archeologia del futuro che ben interpreta la collezione di Nicolas Ghesquière dove tradizione e innovazione si fondono e confondono per raccontare una donna che vive l’oggi, dunque è atletica («a ispirarmi sono sempre le amiche e tutte fanno sport», racconta lo stilista) e dalla personalità intraprendente. Così ecco i completi tuta e gli abiti anatomici e gli stivaletti con dettagli da sneaker. Sport che contamina tutto, persino le vesti midi e scivolate di seta con le stampe di archivio che si indossano sotto alle t-shirt.
L’intraprendenza di cui sopra sta proprio lì, nel mixare senza sforzo, le cose della vita di tutti i giorni. Anche un semplice pullover-felpa sopra ai pantaloni di vernice rossa e sotto al trench rubato al guardaroba di un lui. Accessori secondo dna con i bauletti, i beauty case, gli zaini e una sorta di valigetta in canvas con scritta. Sono tanti i messaggi lanciati da Ghesquière, troppi? «Non è caos, ma ricchezza di trend fra cui scegliere libere».
E parla di libertà anche Miuccia Prada pochi attimi prima di mandare in scena la sua Miu Miu che è fresca e divertente come la stilista ha chiesto fosse. «Mai come ora ognuna è libera di sottolineare la propria individualità», riflette. Dice e poi fa. In passerella belle ragazze che danno l’idea di essersi vestite come piace loro, che sia in ciabatte o in tacchi a spillo, fra il trasandato e l’elegante.
Camicia e boxer maschili: un leit motiv in tutta la collezione, bianchi candidi o in tessuti operati, sotto a cappotti di velluti di Bellora o di broccato. I contrasti sono il gioco forza anche quando il tema diventa il jeans, citazione agli anni Ottanta: le gonne lunghe come certi pastrani over che un gioco di cinghie rimborsa a piacere; le camicie in denim e i giubbini.
Per pareti le immagini delle montagne di Gstaad e per passerella la neve. Il tema di Moncler Gamme Rouge è subito chiaro. E il finale con i suonatori di campanacci di Friburgo chiude con allegria una sfilata di grande impatto per lavorazioni e ricami.
Lo stile è più Giambattista Valli che mai — gonne corte, forma couture, vite segnate, maniche jambon, cenni di bustier, fiori, colori tenui — ma in chiave montagna: il pizzo è di velluto, i ricami sono sul bouclé, la pelliccia è di capra di cachemire, i motivi jacquard sono Edelweiss. Tanto è doppiato piumino (pure i cardigan). Sin troppo manga la collezione Kenzo. L’ispirazione Sailor Moon, eroina di fumetti giapponese, ci sta ma è tanta roba tra sovrapposizioni e riferimenti. Belli gli aggiornamenti sul montgomery.
Ghesquière A ispirarmi sono le mie amiche, e tutte fanno sport
Prada Mai come ora siamo libere di scegliere come vestire