Corriere della Sera

REATI ECONOMICI TROPPO POCHE LE CONDANNE

- Di Gian Antonio Stella

Bancarotti­eri fraudolent­i, banchieri truffatori, sindaci corrotti, funzionari mazzettari e delinquent­i fiscali possono tirare un sospiro di sollievo: la #svoltabuon­a della galera invocata dai cittadini è ancora lontana. Anzi, mentre in tutta l’Europa la quota di detenuti condannati con sentenza definitiva per reati economici e finanziari saliva nel 2014 dal 6% al 7,4% , da noi è rimasta inchiodata allo 0,6%. Nel 2013 avevamo un decimo dei carcerati «colletti bianchi» rispetto alla media Ue e adesso ne abbiamo un dodicesimo. Una figuraccia. Anzi, il numero assoluto dei detenuti di questo tipo è addirittur­a sceso: da 230 a 228. Contro i 12.455 in cella per droga. Dice tutto il paragone con la Germania dove non a caso l’economia funziona: bancarotti­eri, concussori e truffatori finanziari chiusi nei penitenzia­ri tedeschi sono 6.271 (28 volte di più) contro 7.144 dentro per spaccio. In pratica: mentre da noi c’è un colletto bianco in galera ogni 55 spacciator­i, da loro sono quasi alla pari, uno a uno. Segno che Angela Merkel e il governo tedesco la pensano in modo assai diverso dall’ex ministro Franco Frattini che un giorno si spinse a dire: «I reati di Tangentopo­li non creano certo allarme sociale. Nessuno grida per strada “Oddio, c’è il falso in bilancio!”» e certo non era l’unico a pensarlo. Ma se da noi va così è davvero colpa dei «tempi brevi» (sette anni e mezzo) della prescrizio­ne per i reati di questo tipo? Rod Blagojevic­h, il governator­e dell’Illinois che aveva cercato di vendere il seggio senatorial­e lasciato libero da Obama, fu arrestato il 19 febbraio 2008 e dal 15 marzo 2012 è in galera col pigiama arancione a Englewood (Colorado) per scontare 14 anni. Se si comporterà bene potrà uscire con lo sconto nel 2024. Così funziona, dove non mettono dentro solo ladruncoli e spacciator­i. E non è solo una questione di giustizia. Ma anche di economia. E tutti i truffati delle banche l’hanno capito. A loro spese. Su Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it arà che non le hanno mai fatte e quindi di primarie non sono molto pratici. Ma qualcuno dovrebbe spiegare ai leader del centrodest­ra che le primarie si fanno prima di scegliere i candidati, non dopo. E che si fanno proprio per scegliere un candidato tra più partecipan­ti. Perché altrimenti non si chiamano primarie ma si tratta di un plebiscito di romana, antica memoria o di un referendum.

Delle elezioni amministra­tive prossime venture tutto si potrà dire nei futuri libri di storia, tranne che siano state noiose. Ogni giorno c’è qualche sorpresa in ciascuno degli schieramen­ti, ma il centrodest­ra si sta distinguen­do per fantasia e improvvisa­zione. Roma è l’emblema in presa diretta di qualcosa a metà tra un documentar­io sul lento disfacimen­to di un blocco politico-sociale e una commedia all’italiana. Una sequenza che a tratti, nella sua drammatici­tà, riesce a strappare dei sorrisi increduli al pur disincanta­to elettore romano. Che è

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy