«S La rivincita di Isabella
L’intervista Rossellini testimonial di bellezza a 63 anni: nel ‘95 era stata bocciata per l’età. Un talent su Sky «Invecchiare mi dà la libertà di scegliere Condurrò uno show pensando ad Arbore»
i parla molto di invecchiare come fosse una cosa negativa ma il bello è che si acquisisce la libertà di fare solo le cose che ti piacciono». Nel 1995 i suoi 42 anni furono considerati troppi per continuare a essere una testimonial di bellezza. Ora, 21 anni dopo, Isabella Rossellini torna a prestare il volto alla stessa casa, Lancôme. Una bella rivincita. Il sorriso è lo stesso, la risata, contagiosa, anche. E si prepara a tornare in tv dove iniziò a farsi conoscere, corrispondente da New York per «L’altra domenica», non più solo in qualità di «figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini». È la presentatrice di «Master of Photography» ( dal 18 maggio su Sky Arte Hd), un talent show internazionale con concorrenti di mezza Europa giudicati da Oliviero Toscani, Rut Blees Luxemburg e Simon Frederick.
« Da giovane fai cose per provare a te stesso che sei in gamba, per farti una carriera, conquistare l’indipendenza economica. Segui i consigli degli altri. Con gli anni diventa meno importante e ti concentri su ciò che è interessante».
Tipo fare la presentatrice?
«Mi piace e penso di saperlo fare bene. Ho imparato moltissimo da Renzo Arbore: mi ha insegnato un mestiere. Avrei continuato volentieri, il successo di modella però mi ha impegnato a tempo pieno».
Cos’è questo programma?
«Un nuovo format che riprende modello dei talent show. Dodici concorrenti, in ogni episodio devono fotografare un soggetto diverso: Roma, delle star, la natura, se stessi, il nudo. Alla fine si decide chi è il “master of Photography”. È stato Bibi Ballandi a volermi. Il programma è girato in inglese, ci voleva qualcuno che rappresentasse l’Europa».
In effetti porta nel Dna la mescolanza.
«Sono italiana, di mamma svedese, ho lavorato tanto in Francia, amo infilarmi in tutti i paesi, mi sento abbastanza europea, sì. Mi considero un’ambasciatrice tra culture. La cosa che mi piace di più è fare da comunicazione tra mondi. E ho cercato di passarlo ai miei figli, che parlano tre lingue integratevi, mescolatevi».
Da modella ha posato per i più grandi fotografi del mondo...
«Come accade nel cinema con registi e attori, si lavora meglio quando la sintonia è reciproca. A me è capitato spesso: per esempio, ho avuto una fortissima intesa con Richard Avedon, Steven Meisel, Bruce Webber. Non ho mai avuto sensazione che volessero svelare chissà cosa di me. Loro vogliono fotografare le emozioni. Un grande fotografo ci aiuta a vedere cose che abbiamo davanti agli occhi e non vediamo».
Lei ama fare fotografie?
«Per niente. Né per ricordo né per arte. E odio i selfie, una mania tremenda, terribile per noi persone conosciute. Prima c’erano i paparazzi che erano odiosi, ora sono diventati tutti paparazzi. Ho tanti amici come Renzo Arbore, Christian De Sica, quando vengo a Roma non si può avere un momento di privacy, fare una passeggiata,
Ritorno Ho privilegiato la carriera di modella, torno in tv per «Master of Photography»
andare al ristorante, camminare».
Al cinema l’abbiamo appena vista nei panni della Trudy di «Joy» di David O. Russell.
«Sono stata felice di fare questo film, femminista nel senso migliore del termine, dice molto sul potere delle donne e la lotta per il successo».
Continua a realizzare i corti «Green Porno»?
«Sì, sono tornata a studiare una cosa che mi ha sempre interessata il comportamento animale, sto finendo il mio master in etologia. E produco, scrivo e e dirigo faccio questi filmetti comici. Mi interessa tutto sugli animali ma se fossero sul sistema digestivo non li vedrebbe nessuno. Il sesso interessa di più».
Cosa pensa di Donald Trump candidato alla presidenza Usa?
«Mi preoccupa. E non fa ridere per niente».
Da giovane fai cose per provare a te stesso che sei in gamba, per farti una carriera, conquistare indipendenza. Segui i consigli degli altri