Corriere della Sera

Bivio Pogba

Tra campo e mercato Il talento francese è troppo discontinu­o e nervoso, ma anche troppo costante sul web La Juve si aspetta di più Allegri lo marca, Conte e Guardiola lo cercano

- Paolo Tomaselli

Nell’ultima settimana — con dei brevi video sui social network — ha mostrato bene gli addominali. Ha sfoderato il sacco e i guantoni da boxeur. Ha ballato e abbracciat­o la mamma, nel giorno della festa della donna. In precedenza — tra un’esibizione della dab dance e l’altra — si era tolto il disegno dei pokemon dai capelli e il pipistrell­o di Batman per farseli, più sempliceme­nte, leopardati. Nulla in confronto alla giacca damascata che ha sfoggiato alla cerimonia del Pallone d’oro a inizio gennaio. Paul Pogba ha un senso innato per lo spettacolo e tutto questo fa bene al mondo del calcio che si prende troppo sul serio. Senza contare che il numero 10 della Juventus è l’idolo dei bambini ed è attento agli altri, come dimostra l’assegno da 100 mila euro donato alle vittime delle mine antiuomo prima della sfida contro il Bayern Monaco. Tutto vero. Tutto bello. Ma lo spettacolo in campo? Quello si vede troppo poco.

E un altro anno sta passando. Così, le tirate di orecchio — pubbliche e private — rischiano di diventare più delle grandi giocate e dei gol, almeno di quelli pesanti che in questa stagione si sono visti poco. Martedì 15, il giorno prima della sfida di ritorno in Baviera, Pogba compie 23 anni. La festa c’è già stata dopo il 2-2 dello Stadium, con Vidal, Ribéry, Coman e Alaba, fino alle 5 del mattino in un locale di Torino .

Il forsennato lavoro casalingo dei giorni seguenti, ostentato nei video cliccati da milioni di follower, è ovviamente solo una coincidenz­a. E non il classico messaggio «riparatori­o». Ma fatto sta che il salto di qualità tanto atteso, soprattutt­o dopo l’investitur­a del 10 sulle spalle, ancora non si è visto. Si sono visti più che altro i tentativi — segnati a pennarello accanto al mitico numero di maglia — di ridurre il peso e la pressione del simbolo appartenut­o a Tevez, Del Piero, Baggio

Veterano Paul Pogba è nato

il 15/3/1993 a Lagny sur mer,

non distante da Parigi. È alla Juventus dal 2012

(Ipp) e Platini. Ma ormai il bivio della stagione della Juventus è vicino. E forse anche il bivio che dividerà Pogba e i bianconeri, a suon di milioni, da 80 in su. Guardiola al City e Conte al Chelsea, ancora più di Zidane al Real, non sono solo estimatori, con enormi capacità di spesa. Ma anche allenatori con i quali lui sente di poter crescere ancora. Già perché il «nervosismo» di cui ha parlato Allegri dopo la partita con l’Atalanta, ha coinvolto Pogba dopo un buon primo tempo. L’impression­e è che Paul si trovi più a suo agio da mezzala nel 3-5-2 o comunque quando può giocare più vicino all’area, più libero.

In ogni caso Allegri non si è mai tirato indietro nelle giuste provocazio­ni al suo p u ro sa n g u e : prima della finale di Champions lo aveva invitato a «non gigioneggi­are». A inizio stagione ha ricordato «che a un bambino di 4 anni non si può chiedere di scrivere».

Più di recente, Claudio Marchisio in un’intervista al mensile francese So Foot ha parlato bene del compagno («un fenomeno»): «Ma ricordiamo­ci che è ancora un ragazzino» ha poi aggiunto. Pogba è un bambinone d’oro, quindi, per le sue doti umane, tecniche, atletiche e per la quotazione di mercato. Le elementari probabilme­nte le farà altrove. Ma prima deve dare alla Juve un saggio — meglio se decisivo —della propria bravura. Col pallone. Solo con quello.

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