Corriere della Sera

Roma-Parigi testa a testa Uno studio le dà favorite rispetto a Los Angeles e Budapest per i Giochi del 2024

- Ernesto Menicucci Gaia Piccardi

Parigi e Roma più o meno sulle stesso livello, Los Angeles un po’ più indietro, Budapest praticamen­te spacciata. La corsa all’Olimpiade del 2024 entra effettivam­ente nel vivo e — secondo uno studio analitico e comparativ­o delle candidate — le due principali capitali europee (legate da gemellaggi­o esclusivo fin dal 1956) sarebbero le favorite, avendo più o meno lo stesso numero di punti di forza e di debolezza.

Roma infatti ha (avrebbe) gran parte degli impianti già esistenti, anche se per la verità alcuni di questi allo stato attuale sono pressoché inservibil­i o da ristruttur­are: è il caso dello stadio Flaminio, dei Pratoni del Vivaro, di Villa Ada (dove si farà la mountain bike). Poi, sicurament­e, la Capitale ha dalla sua la bellezza dei luoghi, innegabile per chiunque. Terzo, la capienza dei vari impianti: solo sei sarebbero sotto la soglia richiesta dal Cio. Ultimo, tutti gli atleti sarebbero a 30 minuti dagli impianti.

Alcuni di questi punti di forza, però, non collimano con quelli di debolezza. Dove, al primo posto, ci sarebbe la distanza tra il villaggio olimpico che sorgerà a Tor Vergata e lo stadio Olimpico: in giorni «normali» arrivarci in mezz’ora pare un miraggio, ma magari ad agosto, e con la Olympic lane, si può anche fare.

L’altro problema è che entrambe le strutture (villaggio atleti e media center) vanno costruite, mentre per esempio Los Angeles dispone di tutto. E, tra le criticità, non vengono citate le infrastrut­ture cittadine. Coni e Comitato insistono nel dire che se ne occuperà il Campidogli­o, ma quello è comunque un aspetto fondamenta­le della candidatur­a. Parigi, come Roma, ha scenari pazzeschi (la Tour Eiffel, gli Champs Élysées) e molti impianti esistenti. In più, i francesi hanno un villaggio atleti vicino alle aree principali e già dispongono del media center: è il complesso «Paris Le Bourget», 13 chilometri a sud dell’aeroporto Charles De Gaulle. Punti deboli? La Senna, dove dovrebbe svolgersi la prova di gran fondo di nuoto: il dubbio sarebbe sulla qualità dell’acqua del fiume. A Roma questo problema non c’è: anche perché chi si getta nel Tevere potrebbe anche uscirne coi super-poteri, come nel film «Lo chiamavano Jeeg Robot». Da noi, il fondo si farà nel nascente bacino vicino l’aeroporto di Fiumicino. Ma è, anche quella, una criticità da superare.

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