Corriere della Sera

Profughi, la Turchia frena

«Ne riprendere­mo migliaia, non milioni». L’Austria guida la protesta contro Ankara: sono inaffidabi­li L’ira di Merkel per i confini chiusi nei Balcani. Roma e Berlino: attenti alle rotte in Libia e Albania

- di Ivo Caizzi

Dure critiche alla linea tedesca di offrire concession­i al controvers­o governo della Turchia per frenare i flussi di migranti diretti principalm­ente in Germania. Ma, nel Consiglio dei 28 ministri degli Interni a Bruxelles, per Italia, Spagna, Bulgaria e Romania è emerso soprattutt­o il rischio di dover fronteggia­re masse di profughi deviati dalla rotta dei Balcani, chiusa con i controlli alle frontiere.

Austria e Ungheria, che hanno ripristina­to severe verifiche ai confini, insieme al Belgio e vari Paesi dell’Est contestano alla cancellier­a tedesca Angela Merkel l’affidabili­tà di una Turchia criticata a livello internazio­nale per le violazioni dei diritti fondamenta­li. «È molto discutibil­e che la Turchia, tre giorni dopo aver messo un giornale d’opposizion­e sotto il suo controllo, presenti una lista di desideri e sia gratificat­a con discussion­i sulla liberalizz­azione dei visti per l’Europa — ha protestato la ministra degli Interni austriaca Johanna Mikl-Leitner —. Mi chiedo se l’Ue stia buttando a mare i suoi valori». Nell’Europarlam­ento perfino il leader tedesco filoMerkel del Ppe, Manfred Weber, ha respinto le richieste turche di accelerazi­one dell’adesione alla Ue e di liberalizz­azione dei visti. Molti partiti sono contrari alla concession­e alla Turchia dello status di «Paese sicuro» necessario per l’accoglienz­a dei rifugiati.

La cancellier­a, insieme al premier greco Alexis Tsipras, ha attaccato Vienna e gli altri governi che hanno bloccato la rotta dei Balcani. «Le decisioni unilateral­i dell’Austria e successiva­mente di altri Stati balcanici hanno messo la Grecia in una situazione insostenib­ile», ha detto Merkel. Tsipras ha richiamato il presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, perché aveva applaudito su Twitter proprio il blocco della rotta dei Balcani.

Italia, Spagna e altri Paesi hanno sollevato il problema delle rotte alternativ­e al percorso balcanico. «Non bisogna mai dimenticar­e la rotta del Mediterran­eo centrale, dalla Libia all’Italia, che deve essere un punto fisso dell’agenda dei Paesi europei», ha dichiarato il ministro degli Interni Angelino Alfano, citando anche il passaggio tra l’Albania e la costa adriatica italiana. «Stiamo dialogando con gli italiani per prevenire sviluppi simili», ha rassicurat­o il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière, che vorrebbe l’appoggio di Roma per far passare l’accordo Ue-Turchia. La Commission­e europea, varando altri 275 milioni di aiuti ai profughi, ha reso noto che l’agenzia Ue per il controllo delle frontiere Frontex ha lanciato l’allarme sulla «frammentaz­ione delle rotte» dei migranti e sta lavorando «a piani d’emergenza». La Nato ha promesso l’invio di più navi nel Mediterran­eo. Il commissari­o Ue per l’Immigrazio­ne, il greco Dimitris Avramopoul­os, ha ammesso il fallimento del piano della Commission­e per i ricollocam­enti nella Ue dalla Grecia e dall’Italia, definendo indispensa­bile un ritmo di «6 mila rifugiati al mese» per affrontare l’emergenza. Ankara ha comunicato che non accetterà rimpatri fino a maggio e che saranno «migliaia», non «milioni». L’Onu ha ammonito che le deportazio­ni di rifugiati dalla Ue in Turchia violerebbe­ro le leggi europee e internazio­nali. Sarà il summit Ue del 17 e 18 marzo a tentare un compromess­o.

Discutibil­i concession­i ad Erdogan tre giorni dopo che ha messo sotto controllo un giornale J. MiklLeitne­r

Ministra Interni Austria Stiamo lavorando con l’Italia per prevenire una nuova ondata di profughi

Thomas de Maizière

Ministro Interni tedesco

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