Véron: le scelte funzioneranno Più finanziamenti
«Il bazooka della Bce? Non mi ha particolarmente sorpreso. Il Quantitative easing non ha raggiunto il target di inflazione, comprensibile perciò un nuovo intervento. Draghi aveva segnalato un pacchetto sostanzioso, anche se quello che ha annunciato è andato oltre le aspettative del mercato, anche per creare un effetto psicologico e ci è riuscito», sostiene Nicolas Véron, 44 anni, economista francese, senior fellow presso il think tank Bruegel, attualmente visiting fellow al Peterson Institute for International Economics a Washington.
Se “Super Mario” è tornato, significa che l’eurozona naviga in acque molto pericolose.
«La situazione economica è nota. I mercati si aspettavano un intervento, e Draghi non li ha delusi: questo è un segnale positivo. Draghi aveva avvertito che avrebbe fatto tutto quello che sarebbe stato necessario».
Le nuove mosse della Banca centrale europea però mettono ulteriore pressione sulle banche, perché i tassi negativi erodono la redditività. Basteranno i nuovi prestiti Tltro a condizioni estremamente favorevoli a compensare la sofferenza di un settore già colpito dalla volatilità sui mercati?
«Ho visto una grande campagna di lobby bancaria. La verità è che in Europa molti istituti di credito hanno problemi di crescita che vanno ben oltre i tassi negativi, usati da alcune banche più deboli come capro espiatorio per la propria fragilità. Piuttosto le banche devono pulire e rafforzare i propri bilanci e ristrutturare le operazioni da ristrutturare. Parlo per tutta Europa, e l’Italia è parte di essa. I tassi negativi sono una buona cosa se fanno ripartire l’economia della zona euro e costringono le banche a fare più prestiti e assumersi più rischi».
La Bce farà ripartire l’eurozona?
«Sì, sono cautamente ottimista: sono misure pro crescita. Ma non possiamo aspettarci miracoli dalla politica monetaria, i Paesi europei non fanno le riforme che andrebbero fatte».
Quale sarà l’impatto sul cambio euro-dollaro?
«Difficile da prevedere. Dopo l’annuncio delle nuove misure l’euro si è subito indebolito, poi ha cambiato direzione e si è rafforzato più di prima. Una dimostrazione della complessità dei tempi in cui viviamo e di quanto sia difficile oggi il mestiere di banchiere centrale».
La politica Ma non possiamo aspettarci miracoli dalla politica monetaria