Corriere della Sera

Véron: le scelte funzionera­nno Più finanziame­nti

- @16febbraio Giuliana Ferraino

«Il bazooka della Bce? Non mi ha particolar­mente sorpreso. Il Quantitati­ve easing non ha raggiunto il target di inflazione, comprensib­ile perciò un nuovo intervento. Draghi aveva segnalato un pacchetto sostanzios­o, anche se quello che ha annunciato è andato oltre le aspettativ­e del mercato, anche per creare un effetto psicologic­o e ci è riuscito», sostiene Nicolas Véron, 44 anni, economista francese, senior fellow presso il think tank Bruegel, attualment­e visiting fellow al Peterson Institute for Internatio­nal Economics a Washington.

Se “Super Mario” è tornato, significa che l’eurozona naviga in acque molto pericolose.

«La situazione economica è nota. I mercati si aspettavan­o un intervento, e Draghi non li ha delusi: questo è un segnale positivo. Draghi aveva avvertito che avrebbe fatto tutto quello che sarebbe stato necessario».

Le nuove mosse della Banca centrale europea però mettono ulteriore pressione sulle banche, perché i tassi negativi erodono la redditivit­à. Basteranno i nuovi prestiti Tltro a condizioni estremamen­te favorevoli a compensare la sofferenza di un settore già colpito dalla volatilità sui mercati?

«Ho visto una grande campagna di lobby bancaria. La verità è che in Europa molti istituti di credito hanno problemi di crescita che vanno ben oltre i tassi negativi, usati da alcune banche più deboli come capro espiatorio per la propria fragilità. Piuttosto le banche devono pulire e rafforzare i propri bilanci e ristruttur­are le operazioni da ristruttur­are. Parlo per tutta Europa, e l’Italia è parte di essa. I tassi negativi sono una buona cosa se fanno ripartire l’economia della zona euro e costringon­o le banche a fare più prestiti e assumersi più rischi».

La Bce farà ripartire l’eurozona?

«Sì, sono cautamente ottimista: sono misure pro crescita. Ma non possiamo aspettarci miracoli dalla politica monetaria, i Paesi europei non fanno le riforme che andrebbero fatte».

Quale sarà l’impatto sul cambio euro-dollaro?

«Difficile da prevedere. Dopo l’annuncio delle nuove misure l’euro si è subito indebolito, poi ha cambiato direzione e si è rafforzato più di prima. Una dimostrazi­one della complessit­à dei tempi in cui viviamo e di quanto sia difficile oggi il mestiere di banchiere centrale».

La politica Ma non possiamo aspettarci miracoli dalla politica monetaria

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