Corriere della Sera

È ora di investire (con prudenza) in banche più solide e su imprese legate ai consumi

- Sergio Bocconi

Le mosse della Bce sono destinate a dare una scossa all’economia ma gli effetti sulla Borsa non sono né immediati né facilmente decifrabil­i. Tanto è vero che Piazza Affari dopo gli annunci è arrivata a guadagnare il 4% e poi ha chiuso con un calo dello 0,47%. Petrolio, cambio euro-dollaro e altri fattori macroecono­mici hanno avuto ragione sulle notizie da Francofort­e. Non per le banche, il cui indice di settore ha registrato un rialzo dell’1,56% in parte perché si tratta di titoli che hanno subito forti pressioni al ribasso, e in parte perché una delle novità più potenti riguarda in estrema sintesi il fatto che saranno «pagate» con lo 0,40% per (appunto) sostenere l’economia.

Certo, sottolinea­no alcuni analisti, bisognerà vedere se e quanta parte di tale «margine» garantito dalla Bce sarà retrocesso alla clientela migliore, per finanziare la quale la concorrenz­a è significat­iva. In secondo luogo la misura andrà a favore delle banche che non sono «strette» di capitale e possono ampliare impieghi e mutui senza problemi. In terzo luogo comunque tassi a zero o negativi rendono più complessa per gli istituti la politica dei ricavi. In ultimo il beneficio sarà in parte bilanciato con quello diretto alle società primarie non bancarie che potranno ridurre il costo del finanziame­nto con l’emissione di bond acquistabi­li dalla Bce. Un’altra novità importante, che può favorire in Borsa le imprese industrial­i cicliche, il settore dei beni di consumo, le utility e i gruppi che operano in infrastrut­ture e immobili. Difficile è poi valutare l’impatto sulle compagnie di assicurazi­oni più esposte nel ramo vita: una lunga espansione monetaria rende necessarie misure per continuare a remunerare gli assicurati.

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