È ora di investire (con prudenza) in banche più solide e su imprese legate ai consumi
Le mosse della Bce sono destinate a dare una scossa all’economia ma gli effetti sulla Borsa non sono né immediati né facilmente decifrabili. Tanto è vero che Piazza Affari dopo gli annunci è arrivata a guadagnare il 4% e poi ha chiuso con un calo dello 0,47%. Petrolio, cambio euro-dollaro e altri fattori macroeconomici hanno avuto ragione sulle notizie da Francoforte. Non per le banche, il cui indice di settore ha registrato un rialzo dell’1,56% in parte perché si tratta di titoli che hanno subito forti pressioni al ribasso, e in parte perché una delle novità più potenti riguarda in estrema sintesi il fatto che saranno «pagate» con lo 0,40% per (appunto) sostenere l’economia.
Certo, sottolineano alcuni analisti, bisognerà vedere se e quanta parte di tale «margine» garantito dalla Bce sarà retrocesso alla clientela migliore, per finanziare la quale la concorrenza è significativa. In secondo luogo la misura andrà a favore delle banche che non sono «strette» di capitale e possono ampliare impieghi e mutui senza problemi. In terzo luogo comunque tassi a zero o negativi rendono più complessa per gli istituti la politica dei ricavi. In ultimo il beneficio sarà in parte bilanciato con quello diretto alle società primarie non bancarie che potranno ridurre il costo del finanziamento con l’emissione di bond acquistabili dalla Bce. Un’altra novità importante, che può favorire in Borsa le imprese industriali cicliche, il settore dei beni di consumo, le utility e i gruppi che operano in infrastrutture e immobili. Difficile è poi valutare l’impatto sulle compagnie di assicurazioni più esposte nel ramo vita: una lunga espansione monetaria rende necessarie misure per continuare a remunerare gli assicurati.