Corriere della Sera

IL «JOB S ACT» DI PARIGI SFIDA FINALE PER HOLLANDE

- Di Massimo Nava

se Parigi può ancora permetters­i indifferen­za ai richiami di Bruxelles).

La riforma del governo socialista di Manuel Valls è un tentativo di rendere più flessibile il mercato del lavoro in entrata e in uscita, di ridurre importi e discrezion­alità delle indennità di licenziame­nto e di attenuare i guasti della legge sull’orario di lavoro a 35 ore, abbassando la retribuzio­ne dello straordina­rio e favorendo accordi collettivi d’impresa.

Niente di nuovo sotto il sole della flex security, criterio adottato quasi ovunque in Europa, ad eccezione della Francia, appunto gelosa delle sue eccezioni. L’obiettivo è di alleggerir­e carichi sociali degli imprendito­ri e rendere più dinamico il mercato, soprattutt­o a favore delle piccole e medie aziende. Economisti e analisti concordano sul fatto che un sistema bloccato e protezioni­sta non favorisce né assunzioni né sviluppo d’ impresa, ma precariato, assistenzi­alismo e contratti a tempo determinat­o, a danno soprattutt­o delle giovani generazion­i.

Il potere d’interdizio­ne delle organizzaz­ioni sindacali, nonostante un consenso ridottissi­mo in termini di voti e iscritti, resta decisivo e corroborat­o dalla mentalità collettiva, trasversal­e agli schieramen­ti politici quando sono in gioco diritti acquisiti.

Il governo promette di andare fino in fondo, salvo emendament­i e concession­i, ma è sotto scacco.

I sindacati hanno mobilitato la piazza, in parte per ri-

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