Corriere della Sera

LA SPINTA DI DRAGHI E LA CADUTA DEI TABÙ

- SEGUE DALLA PRIMA Federico Fubini

Al termine la Banca d’Italia avrà comprato oltre 200 miliardi in titoli del Tesoro, il quale verserà le cedole alla stessa Banca d’Italia, la quale a sua volta renderà parte di quelle risorse al Tesoro. È come se il debito pubblico diventasse più piccolo, più sopportabi­le, più spalmato nel tempo, grazie alle decisioni che ieri la Bce ha rafforzato. Non è tutto. Per la prima volta, Francofort­e ha deciso che inizierà a comprare anche titoli di debito delle imprese. Basta che non siano emessi dalle banche e che siano accettabil­mente solidi, ma anche questo tabù è caduto.

Difficile pensare che Draghi avrebbe potuto fare di più. Ha letto la psicologia dei mercati, ha capito che la Bce doveva sorprender­li per eccesso e ci è riuscito. Ciò che forse avrà sorpreso anche lui, assieme a chiunque altro, è che i mercati stessi hanno reagito in modo diverso da come sarebbe successo anche solo poco tempo fa. Nel 2012 o persino nel 2015 gli investitor­i avrebbero accolto gli annunci della Bce con un pomeriggio di pura e semplice euforia, seguita da mesi di rialzi. Vedremo cosa accadrà in primavera, ma ieri non è andata così. Un iniziale, violento balzo delle Borse è stato seguito da un ripensamen­to e alla fine da una caduta. L’euro si è prima svalutato, poi è risalito. Volumi colossali di denaro sono passati freneticam­ente di mano, diretti da nessuna parte.

Le spiegazion­i possibili per tanta incertezza si sprecano: dalla annunciata riluttanza della Bce a tagliare i tassi ancora più in negativo, a misure che secondo alcuni non aiutano abbastanza le banche in difficoltà (ma non è questo il mestiere della Bce, ad oggi), al fatto che migliaia di miliardi ormai vengono spostati sui mercati ogni ora da algoritmi ciechi alle logiche umane. Tutto questo sarà vero in parte, ma le spaventose oscillazio­ni di ieri danno soprattutt­o la misura di quanto violente siano le rapide che la Bce deve risalire. La pressione verso la deflazione resta fortissima: l’economia internazio­nale frena, l’Europa rimane debole e il futuro finanziari­o della Cina ricorda la Russia secondo Churchill: un indovinell­o, avvolto in un mistero, all’interno di un enigma. I prossimi giorni mostrerann­o se i mercati sono in grado di stabilizza­rsi, o se il resto dell’anno sarà caotico come il suo inizio. Ieri però la Bce ha dimostrato che non è disposta a subire gli eventi senza reagire, e qualcosa ci dice che non sarà l’ultima volta.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy