WINE EXPERIENCE
Due serate di «Cibo a regola d’arte» 2016 sono dedicate ai vini irripetibili. Non per le caratteristiche tecniche. Non si parlerà del tasso di tannini e del grado di acidità. I vini vanno raccontati, non solo descritti per il contenuto del bicchiere. «Se è vero che non si possono fare romanzi se non partendo da altri romanzi (Frye), allora ricercheremo in quel bicchiere le tracce di un percorso specifico, rovistando e scomponendo i sedimenti, getteremo una lenza in quel vino fatto di libri per pescare un qualche Pequod che ci consenta di imbarcarci verso le acque dell’alcol letterario». Lo scrisse Pier Vittorio Tondelli, nella sua tesi di laurea con Umberto Eco: era il 1977. Il 22 agosto 1988, tornò su questo tema con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera: spiegò che nel racconto sul vino «non c’è nostalgia, ma semplicemente il desiderio di capire se stessi, di indagare, di raccontare le persone e la cultura che ci hanno contenuti, e di cui il vino è il grande serbatoio di vita e di immaginario». Immergendoci in questo «serbatoio di vita», ecco le due storie che racconteremo.