Corriere della Sera

La lista delle liste Chi ci consiglia che cosa fare

Archiviata l’era del post it, le app e le newsletter create per ricordarci quello che (forse) ci piace: libri, film, eventi. Ma anche dove comprare i pistacchi

- gretascl Greta Sclaunich

C’è quella delle cose da fare, quella dei libri da leggere. Quella dei film da guardare, quella dei ristoranti da provare. E poi quella dei regali da comprare, della spesa da fare, degli impegni settimanal­i, degli amici da richiamare, dei compleanni da ricordare, degli articoli da leggere, dei viaggi da fare. Tanto che c’è chi alla fine getta la spugna e compila pure una lista dove riunisce tutte le altre liste, così riesce almeno ad averle sotto gli occhi tutte insieme.

Perché ormai anche di liste ce ne sono troppe. Come sono troppi gli spazi dove ce le appuntiamo tra foglietti volanti, post-it sulla scrivania, appunti dietro agli scontrini della spesa, blocchi note digitali. Se la soluzione, allora, fosse smettere di compilare elenchi e lasciare che sia qualcun altro a selezionar­e ed organizzar­e al posto nostro? E limitarci a ricevere condensati di informazio­ni e suggerimen­ti, da seguire e «consumare» in modo semplice e veloce?

«A tutti, prima o poi, è capitato di uscire a cena con gli amici nel weekend e di finire tagliati fuori dai discorsi perché non sono riusciti a seguire l’attualità nel corso della settimana. Sono partita da questa esperienza per costruire Listàun servizio di newsletter gratuito che permette di aggiornars­i in cinque minuti sui principali temi di interesse», racconta Elena Decorato, 30enne di Pavia e co-fondatrice, insieme ad Alessia Salvatori, di una delle tante startup italiane che vogliono aiutare gli utenti a fare ordine tra todo-list. Nel caso di List-à-porter (lanciata da poche settimane, già un migliaio di iscritti) più che una lista dito-dosi tratta di tante liste dito-know: una al giorno (qualche esempio: film e serie tv al lunedì, libri al martedì), lunga poche righe, si legge in una manciata di minuti. Si può scegliere di riceverle tutte o solo quelle dei temi che interessan­o. A compilarle ci pensano Decorato e i suoi collaborat­ori, che scelgono, verificano e riassumono le notizie più importanti di settimana in settimana. E per scongiurar­e il rischio che finiscano nella lista (l’ennesima!) delle mail da leggere List-à-porter è disponibil­e anche su Telegram: basta iscriversi all’account della startup sulla piattaform­a di messaggist­ica per ricevere le stesse notizia in formato di notifica.

Le notifiche sono il prossimo step di sviluppo di Fleisure, applicazio­ne basata sulle liste e lanciata a fine 2014 da Davide Berretta, 33enne italoameri­cano. Berretta, che vive a New York ma ha lanciato la sua app in Italia, è partito da un problema di fondo con il quale capita spesso di scontrarsi: «Incappiamo in qualcosa che ci interessa, un film da vedere o un libro da regalare, ce lo segniamo da qualche parte ma poi, al momento giusto, non ci ricordiamo di tirarlo fuori». Fleisure permette di organizzar­e tutto ciò che vogliamo ricordare in comode liste, alcune già tematizzat­e ed altre personaliz­zabili. «Una sorta di scaffale di post-it - riassume il fondatore - con l’obiettivo di soppiantar­e l’applicazio­ne dedicata alle note sul cellulare». Per ora lo utilizzano circa un migliaio di persone. Piace, secondo Berretta, «il fatto che non vogliamo imporre niente,

Aggiorname­nto L’obiettivo è creare un servizio che permetta di essere aggiornati senza sprecare tempo Tutto a casa Quomi è un servizio di food delivery che suggerisce le ricette e procura gli ingredient­i

nemmeno per quanto riguarda la pubblicità». I suggerimen­ti arriverann­o presto, ma saranno mirati: «Vogliamo fare da ponte per gli acquisti degli utenti. Hai segnato su Fleisure un libro appena uscito che vorresti leggere? Se una libreria della tua città lo ha inserito nel suo catalogo ti arriverà una notifica per proporti di acquistarl­o. Con un piccolo bonus di sconto», riassume lo startupper, che ha appena avviato la prima partnershi­p con una libreria di Arezzo.

I fondatori di Quomi, i trentenni Andrea Bruno (torinese) e Daniele Bruttini (senese), di partnershi­p ne hanno avviate diverse. Con presidi slow food, produttori bio, fornitori di ristoranti stellati. Loro forniscono i prodotti, un’altra rete (stavolta di chef profession­isti) le ricette. Il risultato è un servizio di food delivery che non solo suggerisce cosa preparare per cena ma consegna anche gli ingredient­i già pronti e dosati. Lanciata ad ottobre, conta già oltre 160 clienti. Entusiasti di un servizio «che risponde in modo facile, veloce e sfizioso alla solita domanda: cosa mi preparo stasera per cena?», spiega Bruno. Sorpresa: una buona fetta di utenti arriva da Milano e Roma, ma il 40% da piccoli centri «dove trovare ingredient­i particolar­i, come il pistacchio di Bronte o un certo olio molisano, obbliga a lunghi giri tra diversi negozi». E obbliga pure a stilare la solita noiosa lista della spesa. A meno che non si decida di puntare su una digitale. Come consente di fare Eazy Reminder, app che consente di registrare brevi note vocali da salvare come promemoria vocali. Un altro post-it, ma stavolta sonoro.

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