Corriere della Sera

Il club dei barbieri vintage, l’ultimo approdo maschile Non solo tagli alla moda, anche panni caldi e scarpe lustrate. E alla Fiera i talenti under 30

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21 marzo andrà in scena un autentico barber show in cui sull’Hair Ring della vetrina mondiale dell’acconciatu­ra quattro talenti under 30 mostrerann­o come si rasa nelle barberie 2.0 diffuse ormai in tutta la penisola.

A Milano c’è Bullfrog, nato da un’idea della coppia Romano Brida e Annamaria Negri, che ha tre saloni (ha aperto da poco persino a Zurigo) in piazza Alvar Aalto tra i grattaciel­i di Porta Nuova, nel quartiere super trendy di Isola e nella centraliss­ima via Dante; a Buccinasco c’è Hiro Barber Shop; a Cremona e Brescia la Barberia Italiana ha conquistat­o una clientela di gentlemen barbuti e sta per aprire anche a Roma; a Ladispoli c’è Spaghetti’s Barber Shop; nel borgo di Bovino sui Monti Dauni in Puglia furoreggia il Barber Shop Scapicchio. Certo, l’arredo fa scena con seggioloni e poltrone d’epoca dalla pelle ovviamente sdrucita, alle pareti fotografie in bianco e nero, farfalle nelle teche. I barbieri coi tatuaggi, il piercing, le lunghe barbe incuriosis­cono, però ad attrarre è soprattutt­o quella sensazione di essere curati, coccolati, ascoltati, e in fondo anche capiti che i nostri nonni conoscevan­o bene, i nostri padri hanno soltanto sfiorato e noi Coccole Servizio di barba e capelli in un negozio Bullfrog. A destra, il libro di Giulia Pivetti «Barber Couture» uomini di oggi sino a poco tempo fa appunto non conoscevam­o. «La barba è il pretesto per riappropri­arsi di quella mascolinit­à per così dire tradiziona­le che avevate perduto in quest’epoca nella quale il confine tra i sessi è labile — spiega Giulia Pivetta, esperta di tendenze sociali legate alla moda e al look e autrice di Barber Couture, bel libro illustrato edito da 24 Ore Cultura —. Se trattata con buoni prodotti, perfettame­nte regolata, è anche un manifesto di potere economico. Dentro un barber shop ti senti parte di qualcosa di esclusivo, una sorta di club per eletti, ti fai lustrare le scarpe, ti passano i panni caldi sul viso, magari chiedi anche un taglio alla moda».

Che avere la lanugine su guance, mento e collo oggi sia un segno distintivo upper class lo pensa anche Maria Rachele Maia, titolare di Barberia Italiana: «I nostri stilisti dei capelli e della barba indossano il panciotto, la cravatta, li formiamo anche nel modo di intrattene­re i clienti. L’evoluzione è quella di una spa per maschi che si sottopongo­no anche a maschere facciali, si fanno ricostruir­e i capelli. Oltre al lustrascar­pe, un servizio che forniamo persino a domicilio, nei nostri negozi c’è un butler, una sorta di maggiordom­o che si occupa di far sentire a proprio agio il cliente, affinché sia pienamente soddisfatt­o». Farsi bendare, sentire il calore e il profumo dei panni quasi roventi, provare l’ebrezza della schiuma e poi il brivido della lama è un piacere al costo di 35 euro che si può provare senza volare negli States. «Andare dal barbiere — chiosa Giulia Pivetta — ora è come farsi un abito su misura».

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