La Lazio pareggia, gli ultrà razzisti perdono
A Praga partita fermata per cori della curva biancoceleste. Rischio stangata
La Lazio va k.o. solo sugli spalti. Sono i buu dei tifosi biancocelesti a guastare l’1-1 rimediato dalla squadra di Pioli a Praga contro lo Sparta: la Lazio, deludente in campionato ma quasi perfetta in coppa, resta l’unica italiana in Europa League; e le credenziali di passaggio al quarto di finale sarebbero in aumento se non fosse per l’ennesimo episodio a sfondo razzista a complicare i piani.
Intorno alla mezz’ora del primo tempo l’arbitro, lo spagnolo Mallenco, interrompe il gioco su indicazione di Costa, terzino di colore dello Sparta Praga, e concorda con l’addetto Uefa a bordo campo di lanciare l’annuncio dello speaker per un avvertimento anti-buu razzisti ai 1.500 tifosi biancocelesti ieri a Praga.
Il fatto è che adesso l’episodio potrebbe essere esaminato dalla Disciplinare Uefa, che è sempre severissima nei casi di razzismo e che potrebbe essere addirittura spietata con la Lazio visto che la fedina del club non è immacolata. In Italia è recente l’episodio di Koulibaly, il 3 febbraio scorso, quando l’arbitro Irrati interruppe Lazio-Napoli per cori razzisti e la curva dell’Olimpico venne chiusa per due turni. Ma anche in Europa League fu la stessa cosa tre anni fa, tanto che la Lazio si trovo a giocarsi l’accesso alla semifinale in uno stadio di casa chiuso dopo i cori antisemiti dei tifosi laziali a Londra in occasione della gara conto il Tottenham. Una condizione di recidiva plurima che, di fatto, si mette di traverso nella corsa della squadra di Pioli verso la finale di Basilea.
Per questo il gol laziale segnato da Parolo, l’1-1 generato da un angolo di Biglia e un colpo di testa di Hoedt arrivato in risposta alla bellissima girata di Frydek con cui lo Sparta ha trovato il vantaggio e la Lazio l’ennesimo gol subito a freddo, vale ancora di più.