Corriere della Sera

Allegri sistema «l’anziano» Sacchi Ora c’è Di Francesco

«Voglio bene ad Arrigo, ma ha 70 anni...»

- DAL NOSTRO INVIATO Paolo Tomaselli

Della notte «da pellegrini» di Reggio Emilia (Buffon dixit), non si parla più. Eppure il Sassuolo è reduce da tre vittorie di fila, l’ultima domenica scorsa contro il Milan. Il tecnico del momento, Eusebio Di Francesco, ha tre assenze molto pesanti, una per ruolo: Cannavaro, Missiroli, Defrel. Ma la sua resta pur sempre l’ultima squadra capace di battere la Juventus in campionato, un girone fa, il 28 ottobre. Napoli, Roma, Inter o Fiorentina, dovrebbero detestare gli emiliani, perché hanno bruscament­e svegliato il molosso che dormiva, scatenando la grande rimonta bianconera, con 17 vittorie in 18 partite e le ultime 9 gare senza subire gol.

Ma prima della sfida che potrebbe portare la Juventus a 6 punti dal Napoli che gioca domenica sera a Palermo, tiene banco soprattutt­o il «caso Rosenborg», ovvero la squadra norvegese a cui Arrigo Sacchi ha paragonato la Juventus, per far capire che vince solo in patria. Non solo, l’ex c.t. ha definito Allegri «un orecchiant­e», anche in contrappos­izione a Conte: «A parte che nessuno nasce imparato — sorride Allegri — bisogna anche saper scopiazzar­e. Comunque io a Sacchi voglio bene, perché è anche una persona di 70 anni, quindi voglio dire...».

Al di là dello scambio di battute, più o meno felici, è interessan­te misurare la distanza tra due mondi, quello di chi pensa, anche in modo legittimo, di aver lasciato nel calcio un segno indelebile che va oltre i successi ottenuti e chi fa del pragmatism­o disincanta­to la sua stella polare. Da una parte ci sono Sacchi e Conte, quindi. Dall’altra Allegri con Lippi e Capello che lo stimano molto: «Credo che il calcio sia un gioco, molto semplice, di conseguenz­a è bello perché è opinabile — spiega Max —. E io rispetto tutti, soprattutt­o Sacchi che è un guru che ha stravolto il calcio. Poi uno può essere d’accordo o non d’accordo, questo è un altro discorso. Ma io adesso devo pensare a battere il Sassuolo, perché il nostro obiettivo è vincere il quinto scudetto consecutiv­o, una cosa straordina­ria accaduta solo tra il ’30 e il ’35. Per arrivarci, bisogna avere la forza di non essere scalfiti da niente e da nessuno, dentro il campo e fuori. Poi alla fine conta quello che fai, non quello che dici».

Più la tiri giù, questa Juve di acciaio, e più si tira su. Come sa bene Di Francesco, ma in parte anche il Bayern Monaco, l’ombra rossa che incombe: «Ma la testa non è assolutame­nte alla partita di mercoledì — sottolinea Allegri, indeciso se riproporre Pereyra trequartis­ta o rilanciare Cuadrado — anche perché mancano cinque giorni, quindi non ho giocatori da risparmiar­e. Tra Sassuolo e derby col Torino ci giochiamo una fetta di scudetto. La Champions è un sogno realizzabi­le, non un’ossessione. Se usciamo avremo comunque fatto il massimo. Firmerei adesso per vincere ancora due trofei. Anche perché se non conquistia­mo lo scudetto tutti si ricordano di quello, non delle 15 partite vinte. Ora stiamo pedalando in discesa, ma bisogna stare molto più attenti, perché si può scivolare».

 ??  ?? La strada Massimilia­no Allegri e Paulo Dybala indicano la strada per lo scudetto: stasera sfida con il Sassuolo (Ansa)
La strada Massimilia­no Allegri e Paulo Dybala indicano la strada per lo scudetto: stasera sfida con il Sassuolo (Ansa)

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