Corriere della Sera

Suicida a 31 anni «Non sfilo più, colpa dell’età»

Viveva in Kazakistan, si è data fuoco dentro casa Gli amici: soffriva perché non la facevano lavorare più

- Di Elvira Serra

Aveva solo trentun anni. Ma la considerav­ano troppo «vecchia» per sfilare. Irina, modella russa, si è data fuoco ed è morta nella sua casa di Almaty, in Kazakistan, dove si era trasferita per provare a continuare la sua carriera. Gli amici ultimament­e raccontano: Irina soffriva perché non la facevano più lavorare.

Una delle prime frasi che aveva postato sul suo profilo Instagram era questa: «Non sei nato vincente; non sei nato perdente. Sei nato per scegliere». Irina Livshun ha scelto di morire.

Era nata il 4 giugno, aveva 31 anni. Troppi, per continuare a lavorare. Il confronto con le altre era spietato. In un mondo in cui la popolarità si misura con il «like» sui social network, lei capiva di non essere nessuno. Due follower su Twitter, quarantaqu­attro su Instagram, trentotto su VKontakte (l’equivalent­e russo di Facebook) e quarantatr­é amici sul «libro-faccia» di Mark Zuckerberg.

«Qualche volta il tuo cuore ha bisogno di accettare quello che la tua mente già sa » . Un’altra delle massime che aveva condiviso. Come lo specchio rotto con sopra la scritta: «Distruggi quello che ti distrugge». Irina ha distrutto se stessa. Si è data fuoco con una bomboletta del gas nella sua casa di Almaty, la città più popolosa del Kazakistan, quasi al confine tra la Cina e il Kirghizist­an, dove si era trasferita da ragazzina per intraprend­ere la sua carriera di modella.

Il portavoce della polizia locale, Saltanat Azirbek, non ha dubbi sul fatto che si è trattato di un suicidio. «Da qualche mese non riusciva più a lavorare. Dava la colpa all’età, non ce la faceva ad accettarlo. Era depressa, a novembre aveva cominciato a isolarsi anche

I suoi post in Rete «Qualche volta il tuo cuore ha bisogno di accettare quello che la mente già sa»

dagli amici. Aveva minacciato più volte di togliersi la vita, non pensavamo che lo avrebbe fatto», hanno raccontato i suoi familiari agli agenti che hanno trovato il corpo carbonizza­to.

Qualcuno dice che avesse accumulato debiti, che i suoi problemi economici fossero diventati troppo grandi. «Per un po’ aveva fatto campagne pubblicita­rie e sfilate, con un discreto successo. Ma ultimament­e era ferma», ha ricordato un amico ai giornali kazaki. È allora che Irina ha cominciato ad affondare, un giorno dopo l’altro, fino al gesto estremo, violento, con cui ha voluto punire la bellezza di un corpo che considerav­a ormai inutile: riducendol­a in cenere.

«Che peccato, una ragazza così giovane... Ci mancherai, riposa in pace», hanno commentato alcuni fan su VKontakte. Un’altra ha scritto: «Ti ricorderem­o come una persona divertente, coraggiosa e preziosa. Tanti ti amavano, ma nessuno è riuscito ad allontanar­ti dall’abisso in cui eri sprofondat­a».

Un abisso, appunto. Nel quale Irina aveva perso il contatto con la realtà. Quando ci si chiede troppo, si pretende una perfezione che non esiste. Era successo a Ruslana

Il dolore e il ricordo «Ti ricorderem­o come una donna coraggiosa, divertente e preziosa Ti amavamo tutti»

Korshunova, anche lei kazaka, di Almaty. Bellissima, già testimonia­l di Marc Jacobs, Nina Ricci e Dkny. Una top model. Un giorno aprì la finestra del suo appartamen­to di Manhattan e si lanciò nel vuoto dal nono piano. Era il 2008, quattro giorni dopo avrebbe compiuto 21 anni. Dieci di meno di Irina. Gli stessi capelli lunghi e chiari. La stessa tristezza invincibil­e.

@elvira_serra

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Ritratto La modella Irina Livshun, 31 anni, in una foto pubblicata su VKontakte, il Facebook russo. Si è uccisa nella sua casa di Almaty, nel Kazakistan meridional­e
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