Spazio ridotto La simpatia per l’area è dimezzata rispetto a gennaio 2015, quando Tsipras vinse in Grecia
c’è stato un incontro a San Martino in Campo, in Umbria, in cui la minoranza ha cercato di definire il proprio posizionamento nel Pd. Convegno preceduto da un’intervista fortemente critica di Massimo D’Alema su questo giornale, anche se l’ex premier ha poi negato che essa preannunciasse ipotesi di scissione. Tuttavia abbiamo voluto testare l’impatto di una possibile forza di sinistra alimentata anche dalla minoranza proveniente dal Pd.
La previsione di una scissione è molto contenuta: solo il 19% degli intervistati la accredita. Lo fanno soprattutto gli elettorati lontani dal Pd, mentre gli elettori di questo partito sono profondamente scettici: solo il 12% vede all’orizzonte questa possibilità.
Ammesso che questa scissione si verifichi, emergono diffusi dubbi sulle effettive potenzialità elettorali di una nuova forza che aggreghi la sinistra. Solo per il 13% potrebbe raccogliere una messe importante di voti dai delusi di Renzi. Un terzo pensa che forse la scissione potrebbe portare qualche voto in più rispetto a quelli già consolidati dalla sinistra (lo credono un po’ di più gli elettori del Pd), mentre altrettanti sono certi che un’operazione di questo genere è destinata a non avere risultati di sorta.
Che oramai lo spazio a sinistra si sia sensibilmente ridotto è confermato anche dai dati relativi alla simpatia che una formazione di questo genere riscuoterebbe tra gli elettori. Oggi solo il 6% degli intervistati guarderebbe con consistente simpatia a un’operazione simile. Una percentuale dimezzata rispetto al gennaio 2015, che segnò la vittoria di Tsipras in Grecia e inferiore anche alla simpatia suscitata dalla presentazione della coalizione sociale di Landini, esattamente un anno fa. Anche il gruppo che guarderebbe con qualche simpatia a questa realtà si contrae: oggi è