Corriere della Sera

Le manifestaz­ioni contro le trivelle Anche Jovanotti dà il suo sostegno

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«Penso sia giusto andare a votare al referendum e votare sì. Il petrolio non può essere il futuro dell’energia per il Pianeta». Jovanotti affida a Twitter la sua scelta di schierarsi per il Sì (che vuol dire mettere un freno alle trivellazi­oni) al referendum del 17 aprile. E non è il solo tra quelli che ieri hanno pubblicame­nte espresso la loro intenzione di voto: ad allargare le file del fronte del Sì anche i vescovi di Taranto e Pescara, i cui interventi arrivano all’indomani dell’invito a discutere sul tema delle trivelle rivolto ai cattolici dalla Cei. Giornata di mobilitazi­one, quella di ieri: in 22 città d’Italia Greenpeace — impegnata in un botta e risposta sul suo dossier sulla qualità delle acque con Eni (che dice «la produzione di gas rispetta l’ecosistema marino») — ha animato flash mob per richiamare l’attenzione dei cittadini sul referendum. Sugli striscioni mostrati in piazze e spiagge dagli «oil men» — con mani e volto coperti da una sostanza oleosa simile a petrolio ( sopra, nella foto Ansa) — l’appello a votare sì, tradotto nei vari dialetti locali. Sul fronte politico, compatti e schierati per il sì i governator­i delle regioni adriatiche. Il dibattito anima soprattutt­o il Pd, diviso tra astensione e voto: se ne discuterà domani nella direzione del partito. Debora Serracchia­ni ha ribadito la linea del non voto, Michele Emiliano, governator­e della Puglia, al contrario ha parlato di «Resistenza» del fronte del Sì. Sel e Sinistra italiana invitano a votare sì mentre per il presidente della commission­e Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, con il referendum «l’Italia può farsi male».

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