L’era Brunel si chiude a Cardiff con un’altra figuraccia
Azzurri battuti 67-14 nel peggior Sei Nazioni di sempre. Parisse: «Non si può fare esperienza in Nazionale»
Finisce con un’altra durissima lezione. Il Galles ci rifila 67 punti (contro 14), e 9 mete contro 2, come una settimana fa a Dublino anche se, per quanto possa sembrare paradossale, con l’Irlanda l’Italia era stata anche peggio. Finisce con i saluti del c.t. Brunel, che rimanda ancora un bilancio ma se ne va dopo 5 stagioni con un record positivo (il Sei Nazioni 2013, il migliore mai giocato dagli azzurri) e due negativi: 2 cucchiai di legno — come il neozelandese Johnstone — su 6 (o su 11 se preferite la versione inglese che lo assegna all’ultimo a prescindere dai punti), e il peggiore Torneo di sempre, certificato dalla differenza punti (-145, il secondo peggior differenziale era -124 del 2005).
Finisce come pochi avrebbero immaginato dopo la prima giornata, quando l’Italia per un pelo non conquistò Parigi per poi squagliarsi col passare delle settimane tra infortuni (17 il conto finale) e sfinimenti vari.
Nulla da salvare Nulla da salvare con il Galles, a giorni sarà annunciato il nuovo c.t.: l’irlandese O’Shea
Finisce malissimo e Parisse, il capitano, dice una cose importante: «C’è stata più volontà rispetto a Dublino, ma quando prendi 60 punti vedere qualcosa di positivo non è possibile. Siamo nel mezzo di un pesante ricambio generazionale, d’accordo, e ci sono tanti giovani che hanno fatto esperienza in questo Sei Nazioni. Però in Nazionale bisognerebbe arrivarci dopo averla fatta l’esperienza».
Ecco il punto. Il nostro movimento non è attualmente in grado di far arrivare in Nazionale giocatori pronti e la revisione del nostro sistema, dei settori giovanili e del lavoro delle franchigie sarà il primo problema del quale dovrà occuparsi il successore di Brunel, l’irlandese O’Shea (anche ieri il presidente Gavazzi ha fatto catenaccio, ma ormai è questione di giorni).
È finita, probabilmente, anche la storia azzurra di Castrogiovanni, dopo 119 partite (record alla pari con Parisse) ma con Castro è meglio andarci piano: «Se mi chiamano — ha detto — per l’Italia ci sarò sempre». Ed è finita in gloria per l’Inghilterra, che battendo la Francia a Parigi ha centrato quel Grande Slam che inseguiva invano dal 2003.