Corriere della Sera

Mick Jagger alla folla: «I tempi cambiano Noi suoniamo per voi»

Festa rock all’Avana con i Rolling Stones «Noi qui sul palco, suoniamo per voi Segno dei tempi che stanno cambiando»

- Di Andrea Laffranchi

«Impossibil­e, era impossibil­e». Una signora cubana corregge Mick Jagger. Lui sta dicendo che anni fa «era difficile» poter ascoltare la musica dei Rolling Stones a Cuba. Mick non sta facendo il furbetto, quello che dice e non dice. Non sta strizzando l’occhio al pubblico senza disturbare il regime castrista che continua, oggi come allora, a condannare la musica e la cultura anglo-americane come forme di devianza ideologica. Il discorso prosegue. «Ora siamo qui a suonare per voi. I tempi stanno cambiando».

Con poche parole, misurate ma significat­ive, pronunciat­e in spagnolo davanti a centinaia di migliaia di persone, la rockstar ha reso il concerto degli Stones all’Avana ancora più storico di quanto non fosse già per il solo valore musicale. E la più longeva band della storia ha fatto un passo oltre l’essere solo l’emblema di sesso, droga e rock and roll.

Cubani e turisti, giovani i primi, un po’ meno i secondi; persone qualunque sul prato e divi come Leonardo DiCaprio, Richard Gere e Naomi Campbell in area riservata; fan che sanno tutto della linguaccia più famosa del rock e gente che causa censura non conosce nemmeno una canzone ed è qui solo per fare festa: si sono presentati in 3-400mila sul grande spiazzo della Ciudad Deportiva della capitale cubana.

Controlli rilassati e misure di sicurezza approssima­tive ma tutto fila liscio; attorno agli ingressi i baracchini con il cibo come da noi ma al posto del panino con la salamella qui va la granita; come da noi anche i venditori di magliette taroccate ma non i bagarini perché lo show è gratis (le spese per 7 milioni di dollari sono state coperte dagli sponsor). Gli Stones non sono la prima band a suonare a Cuba, in passato ci sono stati Audioslave, Manic Street Preachers, Diplo, Juanes, Jovanotti, Zucchero e altri, ma sono i primi a portare un vero spettacolo con materiale da riempire quei 61 container che si sono scarrozzat­i in giro per America latina nel tour «Olè», cominciato il 3 febbraio a Santiago, in Cile, e che si è chiuso proprio su questo enorme prato. Il rock e la revolución, quasi coetanei, si sono dati per la prima volta la mano. Nel confronto con la visita di Obama dei giorni scorsi la musica — non è la prima volta nella storia — si è mostrata più avanti della politica nel saper interpreta­re lo spirito del tempo.

L’orario di inizio di questo nuovo capitolo della storia cubana: le 20.30. La colonna sonora che lo accompagna: «Jumpin’ Jack Flash». Jagger è in giacca di paillettes, camicia porpora e pantaloni skinny, Keith Richards ha una fascia fra i capelli e un giubbino da college a stampa fantasia, Ron Wood è in blu elettrico e Charlie Watts compensa con una minimaliss­ima t-shirt bianca.

Una carrellata di successi che dura ore e un quarto. «It’s Only Rock’n’Roll (But I Like It)» si porta dietro il saluto all’Avana di Mick che per tutta la sera si rivolge in spagnolo alla platea. «Angie», uno dei pochi momenti intimi, è dedicata «a tutti i cubani romantici». «Midnight Rambler» e «Miss You» in fila durano venti minuti e a dilatarne la durata sono passaggi strumental­i e assoli. C’è

un assolo anche per Jagger. Non tanto quello con l’armonica ma quello in cui il cantante riassume tutte le sue mossette e le sue pose iconiche. Keith, Ron e Charlie mostrano tutti gli anni (e gli stravizi) e anche qualcuno in più, lui che va verso i 73 ha solo le rughe e una preparazio­ne fisica invidiabil­e. Il finale infila « Gimme Shelter » , « Start Me Up » , « Sympathy for the Devil » , «Brown Sugar» e nei bis «You Can’t Always Get What You Want» con un coro cubano e «Satisfacti­on», che scatena i cubani in un festoso ballo collettivo.

Per chi si è perso il concerto è in arrivo un docu-film che sarà distribuit­o nelle sale cinematogr­afiche e poi in dvd. L’anteprima è per il pubblico cubano che la prossima settimana lo vedrà in tv. Se i tempi sono veramente cambiati lo dimostrerà anche lo zelo delle forbici della censura castrista sulle parole di Mick.

In spagnolo Due ore e un quarto di successi, Mick per tutta la serata si rivolge al pubblico in spagnolo

 ??  ?? 72 anni Mick Jagger, leader dei Rolling Stones, con la bandiera di Cuba durante il concerto all’Avana
72 anni Mick Jagger, leader dei Rolling Stones, con la bandiera di Cuba durante il concerto all’Avana
 ??  ?? La band Da sinistra, Ronnie Wood (68), Charlie Watts (74) e Keith Richards (72) durante l’esibizione all’Avana
La band Da sinistra, Ronnie Wood (68), Charlie Watts (74) e Keith Richards (72) durante l’esibizione all’Avana
 ??  ?? Fan Non solo giovani per i Rolling Stones durante il concerto gratuito: presenti dai 300 ai 400 mila spettatori
Fan Non solo giovani per i Rolling Stones durante il concerto gratuito: presenti dai 300 ai 400 mila spettatori
 ??  ?? Simboli Una bandiera con il volto del rivoluzion­ario Che Guevara e la «linguaccia» simbolo della band britannica
Simboli Una bandiera con il volto del rivoluzion­ario Che Guevara e la «linguaccia» simbolo della band britannica
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